lunedì 30 agosto 2010

I geni del barbecue

E' risaputo che il cervello di uomini e donne lavora in modo differente e che ci sono attività alle quali sono più inclini gli uni o le altre.  Gli scienziati si premurano però sempre di dirci che i risultati ottenuti sono spesso uguali anche se raggiunti con percorsi diversi e in ogni caso ci sono anche le eccezioni: uomini bravi a lavorare a maglia e donne abili a manovrare un caterpillar...

L'unica attività dove l'uomo è universalmente considerato signore e padrone è il BARBECUE.

Noi poverette siamo relegate ai lavori di bassa manovalanza: affettare le verdure e la polenta , tagliare le costine, forse bucare le salsicce. Nei casi migliori ci è consentito preparare la marinata dove rigirare la carne.

Il "barbecue-man", e mio marito è il perfetto esemplare, è il depositario della verità.
Lui sa tempi e modi e nessuno può contraddirlo.

Le critiche non mancano, già in fase di preparazione: questa marca di Diavolina è scadente, la carbonella è troppo grossa ("vuoi che mangiamo alle 3 ????), questo forchettone non vale niente, dov'è questo e dov'è quello...

Io e mia figlia siamo le ancelle che corrono disperate dalla cucina al giardino, procurando via via acqua da bere, rotoli di carta casa, olio aromatizzato, rametti di rosmarino della giusta lunghezza, guanti da forno, pirofile e ovviamente il cibo da cucinare (ma cos'hai comprato? ma ce n'è abbastanza? ).

Io qualche tempo fa sono stata promossa seconda fuochista e così mi occupo della verdura e della polenta.
Ma è come camminare sul filo del rasoio...  La più piccola bruciatura sulla fetta di melanzana provoca il solito commento: "te l'avevo detto di girarla prima! Te l'avevo detto di tagliarla più spessa" e comunque i suggerimenti e le esortazioni sono continui: "spennella di olio, abbassa la griglia, sposta al centro, sposta di lato, gira ..."
La tensione è palpabile: vorrebbe farlo lui ma si è reso conto che non ha quattro braccia e ha dovuto cedere.

Poi finalmente tutto è pronto: nonostante le varie pecche riscontrate in fase di preparazione la grigliata è buonissima, troppo abbondante e l'abbiocco pomeridiano inevitabile...

venerdì 27 agosto 2010

Il film perfetto

Il film perfetto è quello che non ti stanchi mai di rivedere.
Io ne ho collezionati nella mia testa e soprattutto nel mio cuore un piccolo gruppo.
Nei pomeriggi invernali, tristi e piovosi oppure in quelle serate in cui lo zapping produce solo sconforto, ecco l'ancora di salvezza: due ore di puro godimento.

Io non sono un intellettuale e non farò neppure finta di esserlo....sono una inguaribile romanticona.
Il lieto fine è obbligatorio...almeno nei film!
Questo non mi impedisce di vedere tutti i generi di pellicole, di apprezzarle e magari di restarne colpita ma generalmente non rivedo mai un film triste, un film di denuncia, magari proprio basato su una storia vera perchè l'effetto è di farmi arrabbiare o avvilire ancora di più.

Mi fanno giustamente paura i film "di paura" (perchè andare in cerca di rogne?) e trovo poco divertenti i film comici italiani (vedi cinepanettoni).

Così restano loro: le commedie romantiche, di solito americane ma anche inglesi e francesi.

Harry ti presento Sally: la mia bibbia.  Conosco praticamente tutti i dialoghi a memoria e ancora rido e approvo quando lo rivedo. Ci sono tutte le paure, le incomprensioni, le finzioni tipiche del rapporto di coppia. Gli attori sono perfetti e New York è la cornice ideale. Louis Armstrong canta in sottofondo e, secondo me, si ride in modo intelligente...

Poi ci sono le favole, quelle che vogliono farti credere che sono reali, ma anche una sognatrice come me si rende conto che sono pura fantascienza.  Non per questo meno godibili:

Pretty woman.
Un film che mi ha fatto chiedere all'uscita dal cinema: "perchè non ho fatto la prostituta?".
L'ho propinato a mio marito così tante volte che ormai anche lui cita frasi a memoria: "curva come sulle rotaie" "stronze lumachine" "quella gran culo di Cenerentola" e via dicendo.

Notting Hill: favoloso. Qui oltre ai protagonisti azzeccati ci sono anche un gruppo di caratteristi di contorno  perfetti. "Surreale ma bello" cito.

L'amore non va in vacanza.  La coppia che preferisco è quella formata da Kate Winslet e Jack Black, ma Jude Law è così bello e disarmante che alla fine è dura scegliere. Quando il personaggio della Winslet descrive l'amore non corrisposto bisognerebbe prendere appunti...

French Kiss. Questo film per me e mio marito è speciale perchè racchiude in se' due dei nostri sogni: Parigi e creare un'azienda vinicola.  Parigi e la Provenza sono magnifiche e i dialoghi brillanti. Ogni volta che torniamo a Parigi ripercorriamo le strade dove Meg Ryan cammina sconsolata con Paolo Conte in sottofondo.

E poi ce ne sono ancora: Il diavolo veste Prada, C'è posta per te, Le ragazze del Coyote Ugly, Mamma mia, The wedding date, L'erba di Grace, Full monty, Quattro matrimoni e un funerale, Sognando Beckham, Tutto può succedere....

Adesso che ci penso...è un po' che non rivedo Pretty Woman...

mercoledì 25 agosto 2010

La saggezza dell'ignoranza

Ultimamente mi trovo sempre più spesso ad invidiare il mio cane.
La sua vita è fatta di poche e semplici cose: dormire, mangiare, passeggiare, averci vicini.

Beatamente inconsapevole del passare del tempo, dei problemi del mondo, della crisi dei valori dorme pacifico ai piedi della televisione, ignaro dei suoi messaggi tranne quando in una fiction o in un film suona un campanello. Allora si sveglia di soprassalto e corre verso la porta abbaiando, meravigliato che nessuno di  noi si muova.

Che invidia ripeto.

Ieri, per esempio, le notizie oscillavano tra varie tragedie: inondazioni in oriente, uccisioni di ostaggi a Manila, ospedali che non accolgono moribondi e, cosa altrettanto sconvolgente, la maternità di Gianna Nannini e i 40 anni di Claudia Schiffer.

Io vorrei non aver sentito nessuna di queste notizie...come accade qualche volta quando si è in vacanza all'estero e per qualche giorno, per vari motivi, si resta tagliati fuori e così quando poi ci si aggiorna, le notizie sono ormai vecchie e fanno meno male o semplicemente si ignorano.

Invece quasi sempre e per qualche perverso motivo seguo i vari telegiornali, leggo le news, con quest'ansia di essere sempre aggiornati e con la solita frustrazione che ne segue.

Eppure esistono esseri umani che ragionano esattamente come Tabù: per esempio tra il pubblico di Ciao Darwin o nei provini del Grande Fratello. Persone la cui serenità deriva dal semplice appagamento dei bisogni primari: mangiare, scopare, dormire. Se intervistati parlano della squadra del cuore, di fare shopping, aspirano a vedere quelli che entrano al Billionaire, e ovviamente si definiscono "solari".

Infatti.

Io invece sono "lunare".  Vorrei veramente fregarmene, ma si fa così fatica.
Magari oggi non guarderò la TV, ascolterò Lucio Battisti e canterò a squarciagola Oh mare nero o mare ne...
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sabato 21 agosto 2010

Voglio il mio cuscino

Tornare dalle vacanze non è quasi mai bello.

Sia che si torni in ufficio o che, come me, si stia a casa, l'impatto è devastante...

Io, per esempio, mi ritrovo a passare dal fancazzismo più totale alla frenesia del ritorno alla normalità e ai suoi ritmi.

Già prima di partire la casa non era stata "badata" più di tanto.
C'era da pensare alle valigie, a finire quello che c'era nel frigo, a sistemare fuori le piante, a bloccare le finestre perchè passi l'aria ma non i ladri...

Quindi al ritorno la situazione è più o meno questa: casa impolverata, frigo vuoto, piante e giardino allo sbando, montagne di vestiti da lavare e attrezzature varie da rimettere via.

Così mentre mi trascino su e giù dalla scala traballante per sistemare gli scarponi da trekking o mentre stendo l'ennesima lavatrice il pensiero corre all'unica bella prospettiva della giornata: dormirò nel mio letto e soprattutto sul mio cuscino!

In fondo basta poco per consolarsi... una bella dormita può essere sufficiente.

Sì perchè l'albergo può avere anche 5 stelle, ma non avrà mai il letto uguale al mio, il cuscino sarà sempre o troppo alto, o troppo duro o peggio di piume dove affondo e sudo, o altre diavolerie che si inventano.
Per non parlare di luce al mattino o rumori o anche assenza di rumori. Le prime notti di vacanza lasciano sempre l'occhio gonfio, il collo dolorante e la solita domanda retorica: "perchè non mi sono portata il mio cuscino?".

E inevitabilmente il pensiero torna alla gioventù... si sa che è sempre lì che si va a finire.

Per esempio a quando l'estate della maturità sono partita con la mia amica Elena e la sua Dyane 6 alla volta di Sirolo, sotto il Conero, con una tendina canadese imprestata e nessuna prenotazione fatta.
Siamo arrivate fiduciose davanti al campeggio dove ci hanno detto che fino al mattino dopo non si sarebbe liberato nessun posto.

Pacifiche siamo andate a farci un giro in paese, a mangiare una pizza e poi abbiamo gonfiato i nostri materassini.
Li abbiamo piazzati a fianco della Dyane, in un parcheggio dove avrebbero potuto tranquillamente violentarci o peggio, e abbiamo dormito sotto le stelle avvolte da un telo da spiaggia umidiccio.

La mattina dopo all'alba, col sole che saliva dal mare, abbiamo fatto il bagno mentre al largo i pescatori tornavano a casa.

Radiose e senza mal di collo....
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martedì 17 agosto 2010

Enigmi Estivi

Una vacanza non è vacanza senza La Settimana Enigmistica.

Durante il resto dell’anno viene bellamente snobbata, lasciata ai vecchiotti sulle panchine dei parchi e nei salottini delle case di riposo.

Invece la prima passeggiata appena disfate le valige è dal giornalaio per procurarsela.

Mi prende lo smarrimento se è esaurita, non posso tradirla con altri giornaletti enigmistici, diversi da lei “l’inimitabile”.

Già qualche tempo fa è stato uno shock vedere che alcune pagine adesso sono a colori e soprattutto che non ci sono più “Le avventure di Carlo e Alice” nella pagina centrale. Almeno qui nulla dovrebbe cambiare: la Pagina della Sfinge, le Spigolature, Domande Bizzarre... sono vecchi amici che è bello ritrovare ogni anno.

Seguo sempre la stessa sequenza di risoluzione dei giochi: prima Cornici Concentriche poi Incroci Obbligati e Ricerca di Parole Crociate e via via gli altri ma con meno entusiasmo.

La bestia nera sono i rebus e soprattutto gli anarebus.

Da quando devo mettere gli occhiali per risolvere “Aguzzate la vista” non mi piace più così tanto.

Mah...meglio buttarsi sul cruciverbone di Bartezzaghi... ma le definizioni le scrivevano così in piccolo anche una volta?
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sabato 14 agosto 2010

Non c'è campo!


In questi giorni sono in vacanza in un luogo che ha molti pregi, non ultimo quello di essere in una zona d’ombra per i cellulari.

Allora ecco il panico che serpeggia tra i clienti dell’albergo. Si aggirano come in processione con il telefonino in mano tenuto alto cercando “il campo”.

Ogni tanto qualcuno grida: “qui, qui prende!” e tutti intorno a provare e a disquisire: “io con Tim ho 3 tacche!” , “Ecco perchè io ne ho solo una, ho Vodafone!” e avanti così come degli scemi rischiando di inciampare perchè non guardano dove camminano.

Ma a nessuno è venuto in mente che in ogni camera c’è un comodo telefono fisso dal quale chiamare e farsi chiamare tranquillamente?

Siamo rovinati... Fino a pochi anni fa era così bello non essere “raggiungibili”.
Nessuno si preoccupava più di tanto, si spedivano le cartoline, magari a metà vacanza si telefonava giusto per salutare i nonni...

Adesso il problema è che non si possono spedire gli mms, che non si possono caricare le foto su Facebook, che gli sms non vanno.

Ma la vacanza non doveva servire a “staccare”?


(I diritti sui marchi e sulle foto sono dei legittimi proprietari)

venerdì 13 agosto 2010

Il fastidio delle parole

Sarà l'età, sarà che sono in vacanza e piove, sarà...ma molte parole e modi di dire cominciano veramente a infastidirmi:

GIOVANILE:
Insopportabile, sembra che si voglia fare un complimento e invece significa che sei ormai irrimediabilmente vecchio ma ostinatamente aggrappato ad un’immagine giovane.
Orribile.

SENZA “se” E SENZA “ma”
Frase usata in modo trasversale dai politici quando vogliono sembrare corretti e ferrei nelle loro decisioni. Ma per favore...

SOLARE
Riesco a collegarlo solo agli animatori dei villaggi turistici. Invece ormai va bene per chiunque, specialmente per le persone morte ammazzate: “era una persona meravigliosa, così solare...”

MASSMEDIOLOGO
L’unico che conosco è un antipatico che risponde al nome di Klaus Davi. Siccome quando interviene in TV (e non si sa perchè lo chiamino) sotto al suo nome devono scrivere qualcosa, hanno trovato questa bella definizione del nulla.

GLOBALE
Ormai lo collego solo a sfighe:
del genere “catastrofe” (vedi Riscaldamento globale)
del genere “crollo borsistico” (vedi Mercato globale)
del genere “problemi sociali” (vedi Società globale).
Toccare ferro ogni volta che si sente questo aggettivo.

ESCORT e RAGAZZA IMMAGINE
Ma chi vogliamo prendere in giro?

INTERESSI ZERO
E avanti con le rate...felici di indebitarci.

SU UN LETTO DI...
Nei ristoranti pretenziosi:
qualsiasi pietanza è “su un letto di” zucchine, piuttosto che di rucola o crema di asparagi...
Ma smettere di fare i poeti e limitarsi a fare i cuochi?

Sento che potrei proseguire, ma forse è uscito un pallido sole e continuerò un'altra volta...
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martedì 10 agosto 2010

LOST (nel vero senso della parola)


Questa mattina appena sveglia ero sicura: tutto aveva un senso, i pezzi erano andati magicamente al loro posto e il messaggio era chiaro.
Lo so, arrivo tardi, ma sono contraria a pagare ancora qualcosa oltre al canone per seguire i programmi televisivi, così per me l'ultima puntata di Lost è stata ieri sera, in chiaro su Rai2.

Anni di passione e di attese, di congetture e rivelazioni, di colpi di scena e incazzature contro gli sceneggiatori e la loro mente diabolica.
Lettura forsennata di Lostpedia ed aspri confronti dialettici con altri accaniti fan della serie...

Adesso è tutto finito e dopo un paio d'ore dal risveglio, le mie certezze stanno già vacillando.
Mi è capitata la stessa cosa che avviene con i sogni, che appena svegli ci sembrano reali ed hanno una loro logica e poi raccontandoli ci rendiamo conto che niente torna e che era tutto un gran guazzabuglio e quello che ci resta è solo una gran sete e un vago sconcerto.

Prima credevo di aver capito che tutti erano morti e quelli che meritavano il Paradiso sono passati per questa sorta di Purgatorio che era l'Isola, hanno tirato fuori il meglio di loro, si sono in un certo senso redenti e sono passati "oltre" (sì.. vedo anche Ghost Whisperer).
Adesso però si accavallano vecchie storie e vecchi personaggi che non tornano all'appello, i numeri che mi hanno fatto impazzire e che alla fine non dicono niente, animali misteriosi, simboli.
Mi sono tanto arrovellata e non mi hanno dato le risposte!

Sembra ci siano 12 minuti extra che spiegano un po' di cose...

Mah, sono un po' avvilita, perchè in ogni caso è finito e guardarlo era una specie di rito collettivo che mi accomunava a milioni di persone in tutto il mondo, milioni di persone che hanno perso del tempo a cercare di trovare il bandolo della matassa.

Mi consolo, non sono stata l'unica idiota.
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domenica 8 agosto 2010

Paris mon amour

Oggi ho voglia di parlare di Parigi. Sarà perchè quest'anno non ci siamo potuti andare e sono in crisi di astinenza...

Di solito in primavera facciamo un week-end lungo da qualche parte e quando è il momento di decidere ci ritroviamo sempre a scartare le altre mete ed esclamare: Parigi!

Sarà banale, ma per quanto le alternative siano allettanti (Londra, Barcellona, Praga oppure Vienna) è sempre lì che vogliamo tornare.
Ormai abbiamo superato la fase tremenda in cui in 4 o 5 giorni si vuole vedere tutto il possibile immaginabile, ritrovandosi la sera frastornati e con i piedi distrutti.

Adesso ce la godiamo. Evitiamo accuratamente i luoghi più frequentati e tentiamo di fare i parigini o perlomeno i turisti alternativi.

Magari prendiamo spunto da qualcosa che abbiamo visto alla televisione o al cinema ed andiamo a vederlo di persona.
C'è un telefilm che si intitola più o meno "Commissariato St.Martin" e si svolge in questa zona abbastanza misconosciuta, attraversata appunto dal canale St. Martin.
Anche Amelie, nel suo fantastico mondo, dice che una delle cose che la rendono felice è far rimbalzare i sassi in questo canale...

Così una volta abbiamo preso un battello alla Bastiglia e con quello abbiamo percorso tutto il canale, attraverso ben 9 chiuse e 2 ponti girevoli.
Una gita piacevolissima, lenta e romantica. Lungo questo canale ci sono larghi marciapiedi alberati e panchine dove forse si siede Daniel Pennac a scrivere i suoi bei racconti e si intravedono simpatici negozietti e case modeste ma fascinose.

Alla fine si arriva alla Villette, da dove si può passeggiare fino a un parco delizioso sulla Buttes Chaumont. C'è questa collina con un bel tempietto, ma anche un lago e un'isoletta collegata alla collina dal "Ponte dei Suicidi"...

Non c'è un turista nemmeno a cercarlo col lanternino.
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mercoledì 4 agosto 2010

Il mio bambino peloso


Come si fa a non parlare di Tabù? Croce e delizia della mia famiglia da 6 anni, è un cocker spaniel nero, e non dirò certo che gli manca la parola.
Perchè oltre alla parola, gli mancano tantissime altre cose, soprattutto dentro al suo cervelletto, ma... è comunque adorabile.

Ce lo siamo proprio andati a cercare e quindi è inutile lamentarsi adesso...
Eravamo partiti convinti: prendiamo un beagle. Lo volevamo chiamare Porthos, come quello di Star Trek Enterprise. Era deciso.

Poi, una volta arrivati all'allevamento, mentre mio marito e mia figlia guardavano i beagle che erano troppo cresciuti e a detta dell'allevatore inadatti alla vita d'appartamento, io ho visto LUI.

Se ne stava in un angolino, circondato da una marea di maltesi, striduli microbi bianchi, e mi guardava con il suo sguardo da cane bastonato (che è il suo cavallo di battaglia).

Era rimasto da solo perchè difettoso. Una lunga cicatrice gli tagliava il musetto a sinistra privandolo completamente dei baffi da quella parte. Non avrebbe mai avuto il pedigree... come resistere?

E da allora siamo schiavi di questa bestia immonda, nel vero senso della parola, puzzona nonostante i lavaggi e i deodoranti, distributore di peli lunghissimi e spruzzi di saliva, nemico giurato di postini e addetti alla lettura dei contatori.

Per lui non esistono domenica e ferie: la sveglia è sempre alle 6.30 se non prima. Il suo naso umido sul collo indica che bisogna alzarsi per farlo andare in giardino e guai a maneggiare pettini o scarpe se non si sta uscendo perchè comunque si piazza davanti la porta uggiolando fino a sfiancarti.
Non sa di essere un cane da riporto: se gli lanci qualcosa oscilla tra l'indifferenza e la fuga, ma si ricorda vagamente che sarebbe un cane da caccia perchè segue sempre una pista. Con lui non si passeggia: si viene trascinati.

Si offende se viene lasciato a casa e trova sempre un pezzo di carta da ridurre in coriandoli per fartelo notare al tuo rientro oppure, se è di buonumore, ama raccogliere intorno a sè le pantofole di ognuno, così per avere compagnia.

E' un feticista. Nella sua cuccia finiscono sempre mutande e calzini sporchi, inavvertitamente lasciati incustoditi, dove infila beato il suo naso.

Soffre il mal d'auto e odia il mare e l'acqua in generale, quindi portarlo in vacanza è una goduria.
Ma quest'anno andiamo in montagna e ho già pronta la Xamamina bimbi per il viaggio.
Vedremo quante persone tenterà di mordere (l'ho già detto che è pure malmostoso?)e quali piste fiuterà tra boschi e prati.

Val di Non....Tabù sta arrivando!

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Nuovi vicini di casa


E' di questi giorni la notizia che la coppia Pitt-Jolie avrebbe comprato una mega villa in Valpolicella.

Cioè qui, a due passi!
Questo avvenimento potrebbe sconvolgere il quieto trantran dei veronesi e provocare le stesse conseguenze dell'arrivo di Clooney a Laglio...

Immagino già gli immobiliaristi della zona brindare con dell'ottimo Recioto all'impennata dei prezzi al metro quadro.

Quanto a noi, veronesi abituate tuttalpiù ad imbatterci in un Fabio Testi imbolsito o in un Jerry Calà spelacchiato: addio passeggiate col cane in infradito e canottiera, addio scappate dal giornalaio in tuta, giretti in bici struccate e spettinate.
Brad Pitt: se lo incontrassimo davvero??? Vogliamo farci trovare al nostro peggio? L'unica volta nella vita che dovessimo incontrarlo (perchè lei, sinceramente, ci sta proprio sulle palle) non dovremmo mai farci cogliere impreparate!

Per fortuna che parlo inglese! Mi dovesse chiedere un'informazione, tipo dove distribuiscono i sacchetti della raccolta differenziata o dove far richiesta per il bidone del verde...saprei rispondere.
Potrei anche consigliargli un paio di buone pizzerie...

Nell'attesa riprenderò a fare un po' di ginnastica e a darmi qualche crema dai poteri miracolosi, forse mi rivedrò pure Meet Joe Black in lingua originale...male non può fare.

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martedì 3 agosto 2010

Il collezionista


Io ho sposato un collezionista. In primis di mogli, visto che io sono la seconda, ma soprattutto di oggetti.

Le sue passioni spaziano dagli apribottiglie, alle radio d'epoca, ai modellini di Ferrari, alle vecchie macchine fotografiche, passando per oliatori, attrezzi da lavoro, registratori e valvole.

La moglie del collezionista deve innanzitutto essere disposta a spolverare.

La casa minimalista non è il genere preferito dal collezionista.
Librerie, mensole e ripiani non sono mai abbastanza pieni ed anzi ci si industria per creare nuovi spazi di esposizione e per eliminare senza tanti complimenti oggetti anche utili, ma non facenti parte della collezione stessa.

In questi ultimi anni la disgrazia maggiore si chiama Ebay.
Prima dell'avvento di questo enorme mercato virtuale, la vita era anche piacevole.
Si attendeva il fine settimana per fare qualche gita in paesi vicini che ospitavano un mercatino dell'antiquariato ed era la scusa per "prendere aria", magari mangiare al ristorante e tornare a casa con un oggettino simpatico, da sistemare con calma.

Adesso la ricerca e l'acquisto sono compulsivi, gli oggetti ovviamente sono tantissimi, a portata di mano e con comodo pagamento tramite PayPal.
I pacchetti arrivano a 3 al giorno e il postino comincia ad essere sospettoso...
Il martedì, quando c'è la raccolta della carta, davanti casa mia la pila è la più alta ed inizio ad odiare i "cipster" di polistirolo e la plastica a bolle.

Le collezioni si susseguono, mano a mano che una viene a noia ne inizia un'altra, e non se ne vede la fine.

In questo momento è in corso uno spin-off della collezione di vecchie macchine fotografiche: la collezione di Polaroid.
Io non credevo ne fossero stati fatti così tanti modelli e devo dire uno più brutto dell'altro, esteticamente parlando.
Quest'ultima follia ha anche una ciliegina sulla torta: la creazione di "Impossible project" e cioè il tentativo di far produrre nuovamente queste macchine fotografiche e relative pellicole, promuovendo pure concorsi di foto sbiadite e distorte. Indovinate chi partecipa entusiasticamente...

Concluderò con la frase storica di mia madre quando le dico che mio marito è tutto preso dalle sue collezioni: "piuttosto che passi il tempo all'osteria..."
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Sushi: ma perchè?


Sto scrivendo sottovoce... sto per fare una cosa che non si fa... sto per parlar male del Sushi, sashimi e del cibo giapponese in generale!

Adesso che l'ho scritto, che questa bestemmia moderna è nero su bianco sono quasi percorsa dal brivido del proibito.

Sì, perchè mi sembra evidente che non apprezzarlo sia completamente OUT e in qualche modo disdicevole al giorno d'oggi.

Allora partirò dagli innegabili pregi del sushi: difficilmente dopo averlo mangiato si avrà pesantezza di stomaco e non ci sarà mai bisogno di un'Alka seltzer per digerirlo.
E un bel CHISSENEFREGA vogliamo dirlo?!?

Ho la fortuna di mangiare sano e leggero già a casa mia: quando esco voglio TRASGREDIRE!
Voglio vedere il cameriere che torna col vassoio dei tortellini o del risotto a chiedermi se desidero il bis, voglio arrosti e bolliti, voglio le patatine fritte e le erbette ripassate con l'aglio e voglio vedere arrivare un carrello dei dolci che già in anticipo mi faccia sentire in colpa ...

Dov'è la sensazione di festa in un asettico ristorante giapponese? Dov'è l'allegro rumore delle posate? Sembra perfino che le persone parlino meno: sarà la lingua impastata da quell'orrendo riso colloso?

Sì è tutto molto estetico, i piatti sembrano le cornicette che faceva mia figlia alle elementari, il pesce è molto fresco (quasi vivo?), la verdura croccante (bleah!).

Io arrivo alla fine di queste serate al Tao, al Sakura (ma datemi un bel Da Gigi il cacciatore...) con un senso di insoddisfazione, di frustrazione per aver sprecato dei soldi buoni per del cibo di cui non sentivo affatto il bisogno, con la sgradevole sensazione di essere l'unica che non ha apprezzato e con un fastidioso crampo alla mano destra dovuto allo sforzo immane per usare in modo decente quei fottuti bastoncini.

Ma la prossima volta non cederò....meglio un cinese, meglio un messicano, meglio un kebab in piedi, perfino McDonald è più divertente!
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lunedì 2 agosto 2010

Case immaginarie


Il giornale che preferisco sfogliare quando devo far passare del tempo non è un giornale di gossip, ne' uno di moda, ma il giornalino di Tecnocasa, o di qualsiasi altra agenzia immobiliare.

Leggo gli annunci, ma soprattutto guardo le piantine ed inizio ad immaginare...
Studio la disposizione dei locali e quali pareti eventualmente potrei demolire, spostare e come potrei ricavare un altro bagno e l'indispensabile ripostiglio.

E' un mio gioco mentale con il quale aspettare felicemente dal medico della mutua, dalla parrucchiera e all'ufficio postale.

Le case che preferisco sono i vecchi appartamenti anni '60 con un enorme corridoio e le stanze grandi. Lì mi sbizzarrisco ad inventare nuove disposizioni di locali, spostamenti radicali di tubature e qualche volta apertura di nuove finestre.
Mi ritrovo a criticare aspramente la planimetria dei nuovi appartamenti in vendita e mi domando come l'architetto di turno abbia potuto sbagliare la pianta e sprecare lo spazio in quel modo!

Non contenta inizio anche ad arredare la nuova casa, con i miei mobili ma anche con quelli delle riviste di arredamento alle quali sono abbonata, tanto non costa nulla.

Metto quella bella cucina che non potrò mai permettermi e soprattutto la doccia/bagno turco con la cromoterapia che ci vuole la laurea per farla funzionare.
Nel mio salotto inventato ci sta sicuramente un mega divano con prolunghe e una TV al plasma enorme e le librerie sono tutte chiuse da ante di vetro antipolvere...
E c'è lei: la cabina armadio grande come una stanza, con il pouf in mezzo, dove sedersi per allacciarsi uno dei 50 paia di sandali disposti in bell'ordine sulle apposite rastrelliere.

Poi all'improvviso è il mio turno, così torno alla realtà e alla mia casa che somiglia a un Vittoriale in miniatura, senza il busto della Duse però!
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domenica 1 agosto 2010

Vita in campagna

Io sono cittadina da generazioni, ma c'è stato un periodo felice durante il quale ho abitato sui Colli Euganei, coltivando insieme a mio marito un sogno bucolico, lontano dal "logorio della vita moderna".
Avevamo 10.750 vigne, 6 ettari di bosco ceduo e vari alberi da frutto, ciliegi, castagni, fichi, albicocchi e moltissimi roveti (i bastardi...).

Avevamo affrontato questa avventura con l'entusiasmo e l'ingenuità dei neofiti, e purtroppo dopo qualche anno siamo dovuti rientrare nei ranghi cittadini e lasciare la campagna ai veri contadini.

Questa esperienza mi ha comunque segnata e mi ha dato la possibilità di imparare moltissimo su di me e sulle mie capacità, più di qualsiasi scuola o azienda che avessi frequentato fino ad allora.

C'è un senso vero e antico nel lavoro dei campi.
Si fatica, di quella fatica che ti fa dormire bene, e si ottengono dei risultati che si possono toccare con mano, anzi si possono mangiare.

Per anni avevo visto passare carte sulla mia scrivania, qualcuno le aveva elaborate prima di me ed altri le avrebbero ricevute per elaborarle dopo.
Banche, società di consulenza, in pratica venditori di fumo.

Quello che facevo e che faceva la mia azienda non sarebbe servito a nulla in una società preindustriale o post nucleare...

Mangiare la propria frutta, vendere marmellate preparate da me, andare in un ristorante e bere vino uscito dalla nostra cantina, sono soddisfazioni che non si possono paragonare a nessun memo di complimenti di un freddo dirigente di Milano.

Nella vita poche cose possono essere gratificanti per me come potare una vecchia vite.

E' una cosa che si fa di solito in pieno inverno, quando la linfa sta dormendo, e si esce di casa con la nebbiolina gelida, tutti imbacuccati con le forbici da potare appena molate.
La pianta è lì, apparentemente secca, con tutti i suoi lunghi tralci aggrovigliati e bisogna cominciare a guardarla...a capirla.
Se ne devono scegliere solo 2 o tre ed eliminare senza pietà gli altri.

Magicamente la vite prende forma e allora si puliscono e accorciano i tralci rimasti...un'ultima occhiata per vedere se c'è qualche tralcio che esce da sotto l'innesto e avanti con la prossima.
Non bisogna aver paura di aver tagliato troppo, perchè nel giro di qualche settimana ogni gemma si ingrosserà e la vite comincerà a "piangere" con la linfa che gocciola e brilla al sole primaverile.

Poi sarà come in quei filmati accelerati, dove le nuvole corrono veloci, e le piccole foglioline si allungheranno in nuovi tralci verdissimi, pieni di viticci che abbracceranno ogni cosa e presto si vedranno mazzetti di fiorellini bianchi: i nuovi grappoli d'uva sono già qui... e bisognerà eliminarne alcuni perchè altrimenti la pianta si stressa...

Già...la pianta si stressa.

Anche noi avremmo bisogno di qualcuno che ci togliesse qualche grappolo di troppo, abbiamo questa iperattività inutile, basterebbe aver fatto per un po' i contadini per capirlo...
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