giovedì 13 gennaio 2011

Lo stretto indispensabile

Ultimamente ho letto da più parti che il toccasana per tutti i nostri problemi sarebbe riuscire a vivere con non più di 100 cose.
E' una specie di filosofia che si basa sul fatto che quasi tutti gli oggetti sono inutili e spesso dannosi, soprattutto per il nostro spirito penchè ci appesantiscono e ci zavorrano al passato.
E' una bella teoria, sotto tanti punti di vista, ma veramente utopica.

Allora tutte le persone intervistate e noi stessi cominciamo a fare una lista di quello a cui non si può proprio rinunciare e, nel giro di pochi secondi, ci accorgiamo che è veramente difficile tagliare senza pietà ma ci proviamo.

Si parte molto razionali: casa con elettrodomestici "base", letto, divano, tavolo e sedie, mezzo di trasporto (è molto "in" dire bicicletta...), sapone, vestiti e biancheria (non più di 3 per tipologia)...a questo punto tutti sentono che sono stati bravi e che ce la potrebbero fare ma l'intervistatore è furbo e inizia a instillare i dubbi e a suggerire altri oggetti che al momento avevamo rimosso: cellulare, pc, penna, carta, libri, televisore, radio, lettore cd e dvd, quindi tutti i nostri dischi e film.

Le donne cominciano a pensare alle creme e agli ombretti, al mascara allungaciglia irrinunciabile, al correttore per le occhiaie (impossibile vivere senza!), all'epilatore (spartane sì, ma non pelose come delle scimmie!) e gli uomini pensano al rasoio, alla moto tanto desiderata di cui stanno ancora pagando le rate, alla macchina fotografica, ai Topolini da leggere in bagno e non è più finita.

Quando l'intervistatore sadico ci prospetta l'idea di rinunciare a tutti i souvenir e foto di una vita ci accasciamo a terra inorriditi.  Ma come? Rinunciare alle conchiglie di quella spiaggetta greca, al mug con l'alce preso in Canada, ai piatti del Buon Ricordo e alla caricatura che ci hanno fatto a Montmatre?

La soluzione sarebbe digitalizzare tutto, foto, film, musica, fotografare i ricordi e mettere tutto in un bel hard disc.

Non fa una piega....ma che tristezza!
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