martedì 13 dicembre 2011

Il primo appuntamento non si scorda più...


Come regalo di Santa Lucia la mia autoradio ha deciso di perdere tutte le stazioni che avevo memorizzato così mi sono ritrovata ad ascoltare Radio Montecarlo.    
Non è male, anzi.
Ad un certo punto i DJ hanno lanciato la seguente domanda: “Su cosa puntate per far colpo al primo appuntamento?”.

Io nel frattempo ero arrivata a casa e non ho sentito le risposte degli ascoltatori, ma la domanda ha continuato a ronzarmi in testa e così ho cercato nei meandri della memoria qualche lontanissima esperienza personale.

E’ incredibile come possano trascorrere anni, decenni ormai, senza pensare più a qualcosa. 

C’è stato un tempo in cui aspettavo e temevo il primo appuntamento. 
Si arriva a questo fatidico momento in vari modi. 

Passivamente e spesso per sfinimento se si è stati oggetto di lunghi abbordaggi, di insistenti inviti, di descrizioni minuziose di ristorantini o luoghi sconosciuti ai più in cui l’uomo di turno vuole assolutamente portarti per vivere questa esperienza unica.

A me capitava di accettare di uscire con la stessa mentalità con cui si fa un fioretto, del tipo: “Dai, sforzati, è inutile che ti lamenti di essere sola se poi non esci con nessuno!”.
Questa soluzione non ha mai portato a nulla. 

Per l’occasione mi preparavo senza particolare ansia e al massimo mi segnavo mentalmente il posto per una eventuale seconda visita con qualcuno di più meritevole.
Potevo essere veramente sgradevole. 
Un po’ come faccio ora con i poveri operatori dei Call Center. “Grazie, non mi interessa, non voglio essere più disturbata”.

Poi c’erano gli “altri” primi appuntamenti.
Quelli desiderati, per i quali si era lavorato in modo sommerso ma implacabile, quelli che facevano passare ore a letto con l’occhio sbarrato ipotizzando tutti i possibili scenari, quelli che ti facevano venire caldo e freddo guardando l’orologio e contando il tempo che mancava.

Qui la preparazione era accurata: trucco e parrucco, scarpa tattica, vestito che esalta quello che c’è e mimetizza quello che non va, orecchini pendenti da far ondeggiare a ogni risatina, anelli con cui giocherellare per fargli vedere che belle mani che hai, poco profumo ma molta pulizia.
Ricordarsi di parlare poco e ascoltare molto. 

Che esito avevano? Praticamente lo stesso del primo tipo.  

Grosse delusioni e per giunta dopo aver sprecato tempo e denaro nella preparazione. 
Aver investito il solito pacco di sogni e speranze per niente.
Doversi anche scusare “Ops, mi ero sbagliata, porta pazienza….” 

Adesso so perché non avevo più ripensato a questa cosa: il primo appuntamento è un’esperienza che spero di non dover mai più ripetere. 

Giusto l’ultima volta mi è andata bene.  
Ci credo: con tutti i fallimenti precedenti non potevo sbagliare!
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2 commenti:

  1. he he he! Ti auguro anch'io di non dover più ripetere l'esperienza!

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  2. ... prima o poi un primo appuntamento "come si deve" capita!!!

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