domenica 29 aprile 2012

La foto della domenica - 29/04/2012



Eccoci qui, dopo l'acquazzone:


Rose Mutabilis afflosciate dalla pioggia....


Clematide Sunset bagnata...


Con queste foto partecipo alla Foto della Domenica di Bim Bum Beta.
Saluti floreali!
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sabato 28 aprile 2012

Sense and sensibility


Come accennato nel post precedente ho iniziato finalmente a leggere il primo romanzo di Jane Austen: Ragione e sentimento.

Ho già visto il film, ovviamente.   Sono anni che mi imbatto nelle opere di questa scrittrice inglese vissuta a cavallo tra il settecento e l’ottocento.

Ogni volta mi riproponevo di comprare i suoi 6 libri, pietre miliari della letteratura romantica anglosassone, ma si sa… i libri da leggere sono troppi e il tempo sempre tiranno.

Sono affascinata e spesso anche irritata dallo stile di vita descritto in questi romanzi.
Il ruolo delle donne, così drammaticamente dipendenti dalla famiglia, dall’entità della propria dote, con l’unica speranza di realizzazione nel “buon” matrimonio.  

Le posizioni così ben definite: il primogenito eredita, gli altri maschi carriera militare o ecclesiastica, le sorelle pesi morti da piazzare al miglior offerente…

Capire quanto fosse difficile per tutti cambiare ruolo. Uscire dalle regole. 

Bisognava sopportare il peso della vergogna della propria famiglia, il biasimo dei conoscenti, le maldicenze e il compatimento da parte della società in cui si era vissuti.

Mio marito non sopporta questo genere di storie: per esempio ha detestato quanto io ho amato “L’età dell’innocenza”. Non riesce a calarsi nel formalismo di quell’epoca e reagisce con la mentalità di oggi. 
L’ipocrisia e le situazioni di facciata sono così lontane dal suo carattere che non ce la fa.

Io invece mi immedesimo e soffro.   
Mi vedo prigioniera di una vita in cui le mie opzioni sono pochissime, dove devo soffocare qualsiasi passione o desiderio che non sia conveniente e decoroso, dove l’unica fuga possibile è dentro se stessi, in una specie di schizofrenia tra “brava ragazza che sa stare al suo posto” e “avventuriera sognatrice artefice del proprio destino”.

Ammiro molto queste donne: Emily Dickinson, le sorelle Brontë, Elisabeth Barrett…   
Sono riuscite a scrivere, a pubblicare, a guadagnare in epoche in cui era riprovevole per una donna farlo.

Poi  c’è anche un lato di me che sogna busti e crinoline. 
Guanti di pizzo e ombrellini parasole. 
Le carrozze e i balli. Un mondo che non c’è più, fatto di sguardi, di baciamano, di rapporti epistolari, di serate passate a ricamare davanti al fuoco.  

Immagino la tensione, lo sforzo di contenere l’amore o l’odio entro i limiti rigidi della buona creanza in un continuo alternarsi di compromessi e diplomazia. 

Cosa avrei fatto? Come mi sarei comportata? Sarei stata ribelle o docile? 

Avrei vissuto come Jane Austen, che ha dovuto rinunciare all’amore mettendo il lieto fine solo nei suoi libri?
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giovedì 26 aprile 2012

Le cose perdute di Guccini


Sto finendo di leggere “Il dizionario delle cose perdute” di Francesco Guccini. 
E’ chiaro che non potevo esimermi dal comprarlo…

Le cose perdute sono quelle di cui mi piace scrivere e quindi stasera lo finirò e da domani inizierò a colmare una delle mie più grosse lacune: i romanzi di Jane Austen.  Ma di questo parleremo più avanti.

Piacevolmente sorpresa ho scoperto che Guccini è molto più vecchio di me. Almeno uno, dico io.

Quindi le cose perdute di cui parla coincidono spesso con i racconti dei miei genitori ma, nonostante tutto, alcune invece le condivido con lui pienamente.

Per esempio la siringa di vetro. 
Ho viva nella mente l’immagine del pentolino di alluminio dove bolle la siringa. 
La mia rassegnazione alla consueta cura ricostituente primaverile. 
Una ventina di punture che mi faceva una vecchia vicina di casa, chiedendomi sempre da che parte la volevo…come se cambiasse qualcosa!  
 “Stai molla!” mi diceva “che è oleosa e ci mette tanto, da brava”. 

Odiavo la primavera per questo. In più, visto che ero anche anemica, dovevo prendere delle fialette di ferro, ma almeno quelle avevano un buon sapore.

Poi il buon Guccini parla del tubetto di dentifricio.   
Che adesso non si arrotola più. E’ vero.
Ma quando è successo? 
Mi ricordo che era un segnale infallibile per dare un voto agli uomini. 
Se un tipo era di quelli che lo schiacciano in mezzo, non c’era trippa per gatti. Eliminato.
Adesso non c’è modo di accorgersi  di questa “mancanza di viste” e quindi bisognerà basarsi su altri parametri. 
Indossa calzini bianchi? Abbassa la tavoletta del water? Boxer o slip? In ogni caso, non sono più problemi miei…

Ma l’argomento di cui ha scritto Guccini che mi ha fatto fare decisamente un tuffo nel passato è stato “la naja”.

Tutti i miei coetanei hanno fatto il militare. Era obbligatorio. 
C’erano quelli che partivano subito, quelli che si iscrivevano all’università per rimandare, quelli che le provavano tutte per farsi esonerare o congedare. 
Verona era piena di caserme.  Mi ricordo la miriade di soldati in divisa in giro per il centro. 
La cosa peggiore era essere in motorino, ferme al semaforo, di fianco al camion dei militari: quello aperto col tetto di tela.
Erano minuti di grande tensione…  

Erano ovunque. Al cinema, nelle pizzerie, nei bar.   
Una mia compagna di classe ne ha sposato uno. E’ l’unico caso che conosco di una ragazza di Verona che abbia dato corda a uno che faceva il militare qui.

Quanto ai miei amici, la maggioranza andava a fare l’alpino in Friuli o, quelli che volevano guadagnare qualcosa, a fare il corso ufficiali a Roma e stavano via 15 mesi.

Ti scrivevano queste lettere, tipo lettera dal fronte, piene di descrizioni tremende di scherzi pesanti, di freddo nelle camerate, di rancio schifoso, di lunghe ore di marce inutili. 
Parlavano del moschetto della prima guerra mondiale e degli anfibi durissimi. 

Quando tornavano in licenza venivano consolati e rimpinzati come reduci dalla Russia e comunque dovevano portarci fuori il maglione verde con il buco sulla spalla e la cintura con le stelline.
Io per anni ho sfoggiato un paio di pantaloni da parà che erano favolosi.

Si dice che i ragazzi diventavano uomini dopo la naja… 
Era sicuramente un rito di passaggio, una cosa che entrava a far parte del loro bagaglio di ricordi.
Con aneddoti da raccontare sempre più ingigantiti.
Una cosa che poteva darti la possibilità di dire a tuo figlio che fa il difficile a tavola: “un po’ di naja ci vorrebbe!”.
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domenica 22 aprile 2012

La foto della domenica - 22/04/2012

Villa Brugnoli


Oggi vi porto in Borgo Trento, il quartiere "in" di Verona.

Qui si possono ammirare bellissime case in stile art nouveau, che io amo molto.










Villa Tedeschi





Gli storici dell'arte veronese parlano di un «eclettismo di estrazione lombarda, con repertori medioevali e rinascimentali amalgamati in un pastiche pittoresco».










Villa Cuzzeri








Le costruzioni sono molte di più e la passeggiata per il quartiere è molto bella.

Viali alberati, giardini e un tuffo nel liberty vi aspettano!








Villa Ribali






Con queste foto, scattate con Polaroid d'epoca su carta scaduta, partecipo all'iniziativa "La foto della domenica" di Bim Bum Beta.











giovedì 19 aprile 2012

Frastornata


E’ noto il mio odio-amore per la tecnologia. 
Sono vittima consenziente del computer e di ogni sua meravigliosa applicazione pur avendo nostalgia dei tempi in cui tutto andava molto più lentamente e la parola “elettronica” si sentiva solo nei film di fantascienza.

Sono sempre combattuta tra il sospiro di rimpianto e un felice stupore davanti ai cambiamenti continui del nostro modo di vivere.

Ma in questi giorni sono sopraffatta: venerdì scorso ho ritirato l’auto nuova. 

Non si pensi a qualcosa di stratosferico, anzi.    
La Multipla, ormai dodicenne, era “un ladro in casa”: manutenzione, bollo e assicurazione sempre più costosi.  La famiglia allargata ormai difficilmente viaggia tutta insieme e quindi mi serviva qualcosa di piccolo per me e mia figlia, qualcosa di pratico e maneggevole.

Così mi sono comprata una Fiat 500. Blu Bastian Contrario (questa la definizione da depliant…)

E’ un gioiellino, come si dice.  Ha tutte le funzioni e gli optional delle macchine grandi, ma la parcheggio dove voglio.
Tutte le funzioni delle macchine grandi, appunto: computer di bordo, Start&Stop, telefono viva voce, navigatore…

Così per non fare la figura della solita donnetta idiota, mi sono portata su i manuali e sto studiando.
Mi correggo, dal divano sono passata nuovamente al garage perché la teoria senza la pratica non serve a niente.   
Ho passato diverso tempo al posto di guida, facendo prove e simulazioni, cercando di memorizzare i vari comandi sul volante e di capire tutti i simboli che compaiono sul display in mezzo al quadrante.
Quali sono quelli che posso ignorare, quelli utili, quelli che segnalano le anomalie; anche riuscire a sistemare la data potrebbe aiutare…

Mio marito con l’occasione ha pensato bene di cambiarmi il cellulare con uno smartphone che possa dialogare con il computer della macchina e così abbiamo fatto l’en plein.

Adesso sto studiando anche le istruzioni del telefonino e non ne vengo più fuori. 

Sono riuscita miracolosamente a passare la rubrica dal cellulare all’auto e quindi ad usare il telefono guidando.
Peccato che non mi ricordassi cosa schiacciare per terminare la chiamata. 

Nello stesso tempo ho capito come mandare gli sms dal telefono ma ho perso diverse chiamate perché pensavo di dover solo premere l’icona della cornetta e non di doverla trascinare a destra…

Da così a peggio: appena imparo qualcosa, c’è qualcosa d’altro che non mi torna e rimpiango il mio vecchio telefonino con i suoi bravi tastini in rilievo. 

Ma ce la posso fare, mi sono anche iscritta a Foursquare e oggi ho fatto il mio primo check-in mentre ero dal toelettatore con Tabu.  Ho inserito il nome del negozio, ho scattato la foto, ho scritto il commento.
Mi hanno dato ben 9 punti. 

E son soddisfazioni.
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mercoledì 18 aprile 2012

Delle gite scolastiche

Oggi mia figlia è a Ravenna con la sua classe. 
Moderato entusiasmo, moderato odio per i viaggi in pullman, moderato interesse per la meta che ha già visitato nell’unica altra gita cha ha fatto in IV elementare.

E’ successo che dopo un periodo felice in cui le classi facevano gite che erano dei veri e propri viaggi con tanto di volo all’estero, vitto e alloggio - quasi una minivacanza - si è passati al blocco totale, almeno per quel che riguarda gli istituti scolastici di Verona.

Troppe spese e soprattutto troppe responsabilità per gli accompagnatori che non se la sentono più di tener testa a un branco di adolescenti con l’ormone impazzito e la disciplina di un bambino di un anno…

Non posso biasimarli, però è un peccato.  

Mancherà nel bagaglio dei ricordi fondamentali quello della gita scolastica "lunga".

Delle notti a farsi gli scherzi, delle fughe dai professori, delle piccole trasgressioni. 
Gli scambi di vestiti, di trucchi, le foto mosse, quello che si perde...quello che è sempre in ritardo…

Per me sono state fondamentali soprattutto tre gite scolastiche, ognuna memorabile per qualcosa.

La prima a Roma, in treno, tre giorni all’ostello della gioventù all’Eur.
C’erano ancora gli scompartimenti ed abbiamo fatto tutto il viaggio con i sedili completamente abbassati, suonando la chitarra, cantando Bennato, Guccini, Battisti, gli Inti Illimani. 
Facendo amicizia con una classe maschile di Brescia che andava come noi nella capitale. 

Mi ricordo i tram, il caldo anche se era marzo, il mio incontro scontro con Vittorio Gassman. 

E già: io a 16 anni ho sbattuto addosso a questo signore alto che stava comprando il giornale in un’edicola in Via del Corso.
Ero rimasta indietro rispetto ad alcune mie compagne e ridacchiando come una scema correvo per raggiungerle.     
Mi sono scusata, e stavo già riprendendo la corsa quando mi sono resa conto di chi fosse e ho urlato alle altre: “C’è Gassman!!” Lui mi ha fatto l’occhiolino e si è prontamente defilato…
Sono rimasta inebetita per una buona mezz’ora.

L’anno dopo siamo andate a Urbino con il professore di tecnica.
Eravamo tutte, dico indistintamente tutte, innamorate perse.  

Aveva 30 anni, laureato in sociologia a Trento, finito a fare questa supplenza in una scuola tecnica quasi interamente femminile, completamente diverso da qualunque insegnante avessimo mai avuto.
Aveva questo aspetto un po’ hippy, con i baffi, i vestiti informali, i bracciali di metallo dipinti da lui. Quell’anno eravamo tutte bravissime in tecnica bancaria perché nessuna voleva fare brutta figura e deluderlo…

In gita ognuna di noi sognava un’avventura romantica (quelle più scafate anche qualcosa di più…) e ripensandoci adesso credo che per lui sia stata veramente dura resistere a 25 ragazze assatanate!
Pendevamo dalle sue labbra. Abbiamo ascoltato tutte le spiegazioni degli affreschi, dei palazzi e delle chiese come fossero racconti fantastici.

In quei giorni cantavamo a memoria le canzoni di Jesus Christ Superstar e ci immaginavamo di essere Yvonne Elliman che intona Try not to get worried, try not to turn on to problems that upset you…  

In quinta eravamo maggiorenni e così siamo andate in gita da sole: cinque giorni tra Firenze e Siena.
L’ostello della gioventù era pieno di ragazzi stranieri “interessantissimi”.   
Nei miei ricordi tutti erano bravi a suonare la chitarra, tutti facevano spillette di filo metallico con il tuo nome, tutti ti leggevano la mano e avevano capelli biondi e occhi azzurri.

Abbiamo visitato ogni luogo, camminato per chilometri, salito scale interminabili, mangiato il gelato più buono del mondo da Badiani: una crema che si chiama Buontalenti che purtroppo non ho più assaggiato.
Su Ponte Vecchio la sera cantavamo Agnese dolce Agnese ed il problema più grande che avevamo erano gli imminenti esami di maturità. Che materie sarebbero uscite?

Che bello! Fatemi tornare in gita….
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lunedì 16 aprile 2012

Liebster Blog...ancora!

Desidero ringraziare Desi di Creattivando per avermi citata tra i suoi 5 blog preferiti!

Avevo già ottenuto questo "riconoscimento" tempo fa dalla simpatica blogger di Una civetta e tre quarti che unito a quello di "Versatile Blogger" conferitomi da Lallabel di Vivere a piedi nudi mi fa aumentare l'autostima di 100 tacche...

Ognuna di voi tiene un blog che mi piace per motivi diversi e attendo sempre impaziente la pubblicazione dei nuovi post .

Aggiungerò un paio di blog che trovo molto interessanti:

"Nulla di preciso" un blog dove si parla di libri, di film, di personaggi....

"Tutto il resto è gioia" un blog di fotografie e pensieri talvolta criptici.

Leggo sempre con interesse "La 27esima ora", il blog delle giornaliste del Corriere della Sera.
Molte volte sono troppo femministe per i miei gusti, ma in ogni caso il divertimento sta nel vedere come litigano i commentatori... Mi ci metto anch'io ogni tanto, ma bisogna stare attenti perchè c'è gente cattivissima!
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