sabato 7 aprile 2012

Natura digitale - Cecilia Webber


Dopo tre recensioni di mostre fotografiche “tradizionali” mi adeguo ai tempi e vi racconto qualcosa di veramente particolare che ho visto giorni fa: 

l’esposizione delle opere di Cecilia Webber, al museo civico di Storia Naturale di Verona fino al 30 giugno.

Si tratta di una giovane artista americana che crea immagini digitali di fiori, insetti e piccoli animali.

La particolarità del suo lavoro sta nel fatto che mentre da lontano sembra di vedere un girasole, una farfalla o un camaleonte… da vicino si nota che il tutto è formato da corpi nudi o da parti di essi, gambe, schiene e cosi via, ripetuti molte volte, ingranditi o rimpiccioliti e colorati successivamente, fino a formare una perfetta riproduzione della natura.

E’ un lavoro minuzioso che dura anche due mesi e che ha iniziato un po’ per caso guardando un autoscatto della sua schiena che le ricordava un petalo. 

In effetti tutto è un giocoso omaggio alla bellezza del corpo umano e della natura.  

Trasmette allegria e stupore.   
Molti dei suoi quadri fotografici sono esposti in un Ospedale di Reno per la cosiddetta “arte terapia” che aiuta nel processo di guarigione.

Anche se le vecchie fotocamere analogiche, le ore in camera oscura e le stampe appese con le mollette sono in questo caso solo un vecchiume preistorico, ho apprezzato ugualmente e consiglio la visita.

L’avvento del computer con i suoi programmi grafici e del digitale ha aperto nuove e interessanti prospettive che val la pena conoscere. 

Non oso immaginare cosa ne avrebbero ricavato personaggi come Salvador Dalì o Arcimboldo…. purtroppo è tardi per scoprirlo.
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2 commenti:

  1. Sono rimasta a bocca aperta.. spettacolare! E' uno di quei casi in cui apprezzo fortemente gli effetti digitali, questa artista deve avere una grandissima sensibilità, non faccio fatica a credere che le sue opere possano essere terapeutiche!

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  2. speriamo che le sue opere vengano esposte anche più a "sud"... mi piacerebbe visitarla, una mostra di foto così particolari! L'uno diventa multiplo, il sembrare diventa apparire ma non essere... ci sarebbe da scrivetre parecchio su questo modo di interpretare (o umanizzare?) la natura. Ma per me è sufficiente lasciar andare la mente e assaporare l'arte nella sua infinita capacità di proporsi.

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