mercoledì 29 agosto 2012

Gli elementi dei miei viaggi

Ecco un'altra bella iniziativa del blog "Viaggi e Baci", questa volta maturata insieme ad altri due blog: I viaggi dei Rospi e The Family Company.

Si tratta di pubblicare tre foto che rappresentino ognuna gli elementi della natura: acqua, aria, terra e fuoco.

Come sempre in questi casi è difficile scegliere tra gli scatti di una vita, ma ecco la mia selezione:

Terra
Questo è il nostro podere sui Colli Euganei. Qui è dove abbiamo creduto che la terra potesse darci da vivere. Qui è dove abbiamo sognato una vita diversa. Ci siamo sbagliati, ma averci provato è stato bellissimo.


Acqua
Questo purtroppo non è il Mar Rosso bensì il Sea Life Aquarium di Gardaland.
E' comunque un'esperienza meravigliosa visitarlo. Si è letteralmente immersi nell'acqua e si possono ammirare centinaia di specie marine a distanza ravvicinatissima.


Fuoco
Questa è "La Vecchia" che brucia nella neve della Val di Non, appena passata la mezzanotte della fine dell'anno. Con lei brucia una scatola dove vengono raccolti tutti i bigliettini con scritti i desideri per l'anno nuovo. Della serie: tentar non nuoce.


Manca l'aria.... ma la regola parla di tre foto e quindi sarà per la prossima volta!
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domenica 26 agosto 2012

La foto della domenica - 26/08/2012

Questa settimana siamo andati un paio di volte a fare colazione sul Lago di Garda.

Percorrendo meno di trenta chilometri ci si ritrova in una bella atmosfera vacanziera che aiuta a "tagliare l'aria".
Abbiamo passeggiato per Lazise e Bardolino, tra turisti, banchetti del mercato settimanale, barche e papere.

Ne abbiamo approfittato per scattare qualche foto, con i più svariati mezzi.

Ne ho scelto due che definirei come "scatole cinesi": io che fotografo mio marito che scatta una Polaroid a nostra figlia...




La foto della domenica è un'idea di Bim Bum Beta .

Dalla luna alle stelle


Ci sono date nella vita di una persona che segnano una sorta di spartiacque tra il “prima di” e il “dopo di”.
Le prime, forse quelle che lasciano il segno più profondo, le viviamo da bambini.

Per mia madre è stato il 25 aprile del 1945, quando ha sentito saltare per aria tutti i ponti di Verona per mano dei tedeschi che scappavano e poco dopo ha visto arrivare i carri armati degli americani che le lanciavano cioccolatine e gomme da masticare.

Per mia figlia il pomeriggio dell’undici settembre del 2001 è stato quello che le ha dolorosamente insegnato che esistono i cattivi che uccidono migliaia di persone senza il minimo rimorso.

Io sono stata più fortunata:  il 20 luglio 1969 ho vissuto in diretta mondiale il primo passo dell’uomo sulla luna.

Ero lì, con i miei genitori, incollata davanti al televisore di un bar in un campeggio a Zagabria: si vedeva male, ovviamente in bianco e nero, e non si capiva una parola.  Ma ricordo tutto con precisione, l’attesa, l’emozione e l’applauso quando Neil Armstrong ha finalmente posato il piede sul suolo lunare.

Poi mentre camminavo per mano a mio padre per tornare alla nostra roulotte, lui mi indicava la luna e mi diceva: “guarda se riesci a vedere il puntino del Lem”.

E’ stato un periodo meraviglioso: i battibecchi tra Tito Stagno e Ruggero Orlando, l’attesa per l’ammaraggio, le immagini bellissime scattate dagli astronauti con la stessa nostra macchina fotografica, una Hasselblad.  

Sono contenta di esserci stata anche se questo significa che sono “vecchia”.   
Non  ricordo in quale film un giovane ribatteva ad un uomo maturo: “io non ero ancora nato quando c’era l’Apollo 11!” come se fosse un merito.
Mi dispiace per lui, piuttosto.

Addio Neil Armstrong, buon viaggio verso le stelle.
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mercoledì 22 agosto 2012

Le cose che detestiamo


Ho appena finito di leggere “Le perfezioni provvisorie” di Gianrico Carofiglio.  

E’ il primo libro che ho letto di questo autore e mi è piaciuto così tanto che penso leggerò anche tutti gli altri che ha scritto.

E' un mio coetaneo e ho ritrovato nelle descrizioni dei ricordi del suo protagonista e nella sua visione della vita tali e tante analogie con la mia che ne sono rimasta veramente colpita.

Quello che sento più mio in queste giornate di rabbia rovente verso il mondo è il suo elenco delle cose dell'universo maschile che odia:

i mocassini con le nappe, il laccio per appendere gli occhiali, le penne Cartier, il ferma soldi, il borsello di finta pelle, i cardigan con le trecce, i braccialetti da uomo in oro massiccio, lo spray per l’alito”, dove farei un’eccezione solo per i mocassini con le nappe, dato che sono stata la felice padrona di un paio di questi color borgogna, originali Timberland, acquistati a New York per pochi dollari e durati almeno 15 anni.

Posso invece aggiungere molte altre voci all’elenco:

gli stivaletti (tipo quelli di Adriano Celentano), i peli sulle spalle, la forfora sulla giacca, la mano sudata, il salvaschermo con la donna nuda, l’Arbre Magique attaccato allo specchietto.

Ma mi allargo e aggiungo altre cose più generiche:

i prezzi che finiscono con 99, le rotonde e i rallentatori, il cigno portafiori, sentire parlare tedesco, quelli che fanno le statue per strada, schitti di uccelli sull’auto, le telefonate mentre mangio, quelli che fanno “ciao” dietro al giornalista, i doppi infissi di alluminio anodizzato, l’orlo scucito, stirare una camicia e mentre la sto piegando scoprire che è rimasto l’alone di una macchia, finire la spoletta a due centimetri dalla fine della cucitura, il caffè tiepido, bambini che piangono al ristorante e in chiesa, quelli che vanno a fumare tra una portata e l’altra, e poi …. odio il caldo, il caldo, il caldo, il caldo, il caldo, il caldo…..
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lunedì 20 agosto 2012

Sarà il caldo...


Siamo qui. Stiamo trascorrendo la terza settimana di ferie a casa. 

Un po’ per scelta e un po’ per varie circostanze avverse, tipo il preventivo dell’apparecchio per i denti di mia figlia o la simpatica visita dei ladri…

Siamo saggi e ragionevoli.  
Facciamo le nostre biciclettate, guardiamo montagne di film, leggiamo molto, ognuno cura i suoi hobby. 

Ci ripetiamo continuamente che va bene così, che fuori c’è caldo, c’è confusione, i prezzi alti, il traffico, i raggi UVA che invecchiano.

Tutto è precipitato con la fine delle Olimpiadi: abbiamo ricominciato a guardare i telegiornali ed i cosiddetti programmi “normali”.

Oggi ascoltavo i commenti di mio marito e pure i miei pensieri.
Ad un certo punto ho guardato noi due da fuori e quello che ho visto non mi è piaciuto per niente.

Cos’è tutta questa acredine? Queste frecciatine, questo disprezzo e oserei dire questa cattiveria?
Ne abbiamo per tutti.  

Se ci raccontano che è aumentata la benzina ecco che iniziamo ad inveire contro quelli che girano in macchina invece di stare a casa come noi.  

Se ci mostrano luoghi di villeggiatura dove frotte di persone si annegano nei mojito ballando i tormentoni estivi, cominciamo a disprezzarli neanche fossimo degli intellettuali radical chic.  

Non ci va bene niente. 
Le ricette rinfrescanti fanno schifo e poi cos’è ‘sta mania di mettere tutto negli stampini? 
Ma il bollino è rosso o nero? Quanti milioni per strada? Statevene in coda che ve lo meritate!

Ad un certo punto hanno intervistato Monica Bellucci e tra mio marito che diceva che non ha senso fare domande ad un’oca ed io che gioivo per le rughe che finalmente sono apparse sul suo volto, mi sono solo augurata che passasse Lucifero e arrivasse qualche fresco angioletto a darci una calmata.
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domenica 19 agosto 2012

La foto della domenica - 19/08/12

Ecco un paio di immagini scattate durante le nostre lunghe biciclettate la mattina presto:



La foto della domenica è un'iziativa di Bim Bum Beta.


giovedì 16 agosto 2012

Amortalità (o immaturità) ?


Questo termine, fino a ieri a me sconosciuto, descrive un fenomeno che invece conosco molto bene.

Ossia quello delle persone che nonostante l’avanzare dell’età vivono e agiscono sempre e come quando erano giovani. 
Dall’abbigliamento allo stile di vita, dai progetti all’amore, tutto si svolge come se il tempo che passa non li condizionasse minimamente.

Gli esempi tra i Vip si sprecano: da Madonna a Mick Jagger, da Tom Cruise a Johnny Depp, passando per i nostrani Morandi e Margherita Hack.

Individui che a dispetto delle rughe o anche misteriosamente senza, continuano imperterriti ad impersonare loro stessi cristallizzati nel periodo migliore della loro vita.

Chi ha studiato la cosa (tale Mayer – Amortalità. Piaceri e pericoli del vivere senza età – Iacobelli editore) e anche vari sociologi spiegano la logica del “qui e ora” che ha sostituito tutta una serie di step che segnavano la vita delle persone fino a pochi decenni fa: l’agire prima da bambini, poi da ragazzi, da giovani sposi, da genitori, da nonni.  
Con tutto il corollario di abbigliamento diverso, divertimenti diversi, progetti diversi e cosi via.

Guardo me stessa, con l’identico taglio di capelli adottato a 22 anni e mi domando: cosa c’è di sbagliato?

L’unico rischio che vedo su di me e molto più spesso sugli altri, è di cadere nel ridicolo. 
Perché se si perdona a Mick Jagger di indossare sempre jeans skinny multicolore a 70 anni, forse si sarebbe meno indulgenti con lo zio invitato alla Comunione.  Ma anche no. 

Per secoli la società è stata così schematica: ricchi, poveri, giovani, vecchi, sposati, celibi e zitelle… 
Ognuno doveva stare al suo posto ed era guardato male e spesso osteggiato se cambiava qualcosa.

Io faccio parte della generazione di mezzo. 
Quelli che sono stati educati alla vecchia maniera, con tutti i comportamenti da usare in determinate situazioni  che però si sono affrancati da questa schiavitù, non senza sentirsi spesso in colpa.

Certo tutto era più chiaro una volta e forse anche più ordinato, ma c’era tanta ipocrisia e insoddisfazione credo.

Se a 60 anni si ha l’entusiasmo e la voglia di agire come a 20 perché frenarsi?  La vita si è allungata ed il declino arriva più lentamente e si può contrastare efficacemente.
Ci sono coppie che si separano dopo 30 anni o donne che hanno figli a 50. 
Io resto ancora perplessa, ma la colpa è solo dei miei retaggi infantili.

Bisogna affrontare questo cambiamento: il governo l’ha già fatto spostando le pensioni a data da destinarsi. 
E’ inutile sentirsi dei ragazzini e voler smettere di lavorare a meno di 60 anni. 

Eccola qui la fregatura….
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martedì 14 agosto 2012

Vuoto olimpico


Ecco, le Olimpiadi sono finite e già mi prende questo senso di vuoto mentre faccio zapping dal divano. 
Almeno per 15 giorni ho saputo cosa guardare. 

Ho evitato accuratamente telegiornali e approfondimenti politici, dato un’occhiata distratta alle previsioni del tempo nella speranza di qualche temporale, intravisto un paio di film.

Trovo che sia stato un grande spettacolo.  Organizzato bene dall’inizio alla fine.

Qualche giudizio delle giurie mi ha lasciato perplessa, ma in generale ha vinto chi doveva vincere.
Perché se si arriva quarti c’è un motivo.   La prestazione era troppo risicata.  Il distacco troppo esiguo.
Basta un niente.

Le vittorie nette sono belle. Quelle dove tra il primo ed il secondo c’è l’abisso.  
In questi giochi si è visto molte volte ed è stato entusiasmante.

La perfezione di certi tuffi, i volteggi di alcuni ginnasti, la corsa di Bolt: inarrivabili.

Per contro mi è piaciuto molto vedere alcune batterie dove valeva proprio il motto “l’importante è partecipare”.   Gli ultimi che abbracciano i primi, i primi che sostengono i compagni azzoppati, la soddisfazione di quelli che comunque erano felici per esserci stati.

E’ stato bello vedere Londra e i suoi dintorni attraverso gli occhi dei corridori, dei ciclisti, dei nuotatori di fondo.  

Appassionante seguire le partite di beach volley che si svolgevano in pieno centro, in un contrasto pazzesco tra spiaggia e city.

Adesso continuerò a spulciare Youtube riguardandomi le scene migliori e sospirando un po’. 

Quattro anni sono lunghi da aspettare e soprattutto mi fanno invecchiare di altri quattro anni.
Quindi sono combattuta tra l’impazienza e l’orrore.
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domenica 12 agosto 2012

La foto della domenica - 12/08/2012


Da ex viticoltori, ridotti a curare una sola vigna, abbiamo dedicato venti minuti buoni alla vendemmia di quest'anno.




Questo è il gazebo dove si arrampica quella che doveva essere una vigna di moscato da tavola e che invece si è rivelata moscato da vino, quindi con acino piccolo e pieno di vinaccioli.











Questa è l'uva, o meglio, quella che si è salvata dalle incursioni predatorie degli uccellini.















Questo è il raccolto.

Cosa ci abbiamo fatto? I Sugoli!
Un dolce povero che si faceva sempre in campagna durante il periodo della vendemmia: mosto, farina, zucchero bolliti fino ad avere una specie di budino.

Il suo aspetto ricordava una scena dell'Esorcista e quindi non l'ho fotografato...





La foto della domenica  è un'iniziativa di Bim Bum Beta



sabato 11 agosto 2012

Ops...era San Lorenzo!


Me ne sono praticamente dimenticata. 

E pensare che l’anno scorso avevo scritto un post così bello!  Oggi è l’undici e sono fuori tempo massimo…

Ma in fondo, dopo gli ultimi avvenimenti, cosa avrei potuto chiedere di più di quello che ho già?
Mi sembrerebbe di essere ingorda e anche irriconoscente. 

I banditi non ci hanno fatto del male o ridotto sul lastrico, la famigliola è felice come sempre, la salute è buona e abbiamo ancora un paio di settimane di ferie per oziare tutti insieme.

Già: oziare ci sta riuscendo benissimo. 

Sarà il caldo, sarà l’età, ma quest’anno qualsiasi buon proposito è andato in fumo.  

Niente lavoretti di bricolage, niente restauro di mobili, giardinaggio il minimo indispensabile, pulizie di armadi o pensili evitate come la peste, preparazione di sughi o confetture abolite in partenza: svacco totale.

Usciamo in bicicletta verso le sette della mattina e ci facciamo una lunga pedalata per le campagne tornando dopo un paio d’ore.
Il resto della giornata passa tra docce rinfrescanti e divano, con velocissime puntate al supermercato per non finire la scorta di ghiaccioli e frutta.

La meraviglia di non avere camicie e vestiti da stirare! Lavatrici di magliette tecniche che basta appendere un’ora e sono pronte da indossare di nuovo.  

Ogni tanto qualcosa tenta di distogliermi da questa pigrizia ristoratrice ma cerco di resistere. 

Ci sarà tempo per ributtarsi nel gorgo della ricerca dei libri di testo usati, degli abbonamenti alla corriera, dell’andirivieni tra banca, ufficio postale, supermercato, dentista e ortodontista …

Lasciatemi qui, citando Ungaretti, come una cosa posata in un angolo e dimenticata.
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giovedì 9 agosto 2012

Tutto è bene quel che finisce bene...o quasi


Questo è l’epilogo della storia del furto di due giorni fa:
i Carabinieri hanno ritrovato l’auto in un campo a pochi chilometri da casa nostra, finita fuori strada e abbandonata.

A parte le fiancate strisciate non si sa se ha subito danni alle sospensioni o al motore perché non c’erano più le chiavi.

Dentro c’era tutto il contenuto del portafoglio, meno i soldi.

Quindi questi ladri si sono presi la briga di forzare una tapparella, entrare in un appartamento abitato, portare via solo un portafoglio e le chiavi per farsi un giro in campagna …

Surreale.

A noi è restata la paura per quello che poteva succedere, il conto in nero del ferramenta, le ricevute di varie raccomandate alla società di leasing, le copie dei verbali.

La sera adesso chiudiamo tutte le tapparelle con i fermi che usavamo solo quando partivamo per le ferie e teniamo chiuse le finestre.    
Al primo rumorino abbiamo l’occhio sbarrato, ma dopo passa, mi dicono.

Ah, e continuiamo a dare del cretino a Tabù, ma lui non capisce e scodinzola.
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martedì 7 agosto 2012

Furto con destrezza


Questa notte un ladro, o più di uno,  è entrato indisturbato a casa mia.

Ha provato ad aprire il garage senza riuscirci e poi si è arrampicato sul balcone, ha forzato la tapparella chiusa fino ad alzarla di una trentina di centimetri, l’ha bloccata con un rametto, è scivolato dentro la cucina, ha preso il portafoglio di mio marito e le chiavi della sua macchina, è uscito dalla porta blindata dell’ingresso lasciandola accostata, è salito sulla nostra Audi A5 e se ne è andato.

Nel portafoglio c’erano soldi, tre carte di credito, carta d’identità, patente, tessere associative varie, carte carburante, viacard, biglietti e foto ricordo….
In macchina c’era il Telepass, una trentina di CD, le chiavi di casa e della foresteria di Milano, il telecomando del garage e quello del parcheggio aziendale, un ombrello…

Noi eravamo a letto, il nostro cane era nell’anticamera.
Nessuno ha sentito niente. Noi, il cane, i vicini, i cani dei vicini. Zero.

E’ dalle quattro e mezza di stamattina che giriamo con lo sguardo allucinato, tra una stazione dei carabinieri e una banca, telefonando a destra e sinistra per sbrogliare questo enorme groviglio di ansia, paura e rotture di scatole in cui siamo incappati.

Dopo i primi 10 minuti di panico, in cui siamo andati avanti e indietro tra casa e strada senza darci pace, chiedendoci se avevamo lasciato la porta aperta o le chiavi nel quadro comando, abbiamo ricostruito più o meno quello che è successo, ma non ci crediamo ancora.

Invece è successo davvero e dopo la mattinata passata a risolvere la maggior parte dei problemi pratici, è arrivata la botta di paura. 
Paura per quello che poteva succedere. Se ci fossimo svegliati, se mia figlia fosse andata a bere come fa spesso in queste notti roventi, se… se …  se…

Gli agenti che sono venuti a fare il sopralluogo e anche il maresciallo dove successivamente abbiamo fatto la denuncia,  ci hanno detto che sono sicuramente rumeni o albanesi, che usano le auto per fare rapine, che poi le mollano in giro e spesso si ritrovano.
Quanto al portafoglio di solito lo gettano subito dopo averlo svuotato, ma noi non l’abbiamo trovato da nessuna parte.

Insomma siamo qui, a dirci che poteva andarci peggio, ma ancora sotto shock.

Mi rendo conto che questo post somiglia alla denuncia stilata dal carabiniere di stamattina, ma ho ancora la tremarella e ogni tanto mi vengono dei singulti strani.   
Di meglio non potevo scrivere.
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domenica 5 agosto 2012

La foto della domenica - 05/08/2012

Ecco due scatti frutto delle nostre uscite mattutine:


nel verde delle risorgive di Povegliano Veronese una libellula blu


e una mantide religiosa vicino al tavolino del bar dove ci siamo fermati per un meritato risino con caffè.

La foto della domenica è un'iniziativa del blog Bim Bum Beta.


sabato 4 agosto 2012

Questione di sfumature


Continuo a sentir parlare di questa trilogia pruriginosa: 50 sfumature di grigio, di rosso e di nero.

Nelle vetrine delle librerie spiccano davanti a tutto il resto, sui giornali e alla radio tutti ne discutono.

Non ho ancora letto nulla, ma a questo punto visto e considerato il successo mondiale, dovrò farlo.

Credo di aver capito che non è una pietra miliare della letteratura, però, come accade anche con certi film, se qualcosa piace a così tanta gente non ha senso criticare per partito preso.

Evidentemente l’autore (in questo caso l’autrice) ha colmato una lacuna o ha intuito i bisogni della massa.

Questo è sempre da rispettare e può servire a conoscere meglio il mondo in cui si vive e ad interpretarne i segnali.

Il caro Beppe Severgnini ha scritto che il successo è da attribuire al fatto che di sesso vero e proprio se ne fa poco e quindi quello virtuale prolifera.

E’ più facile sognare di incontrare un uomo che ci soddisfi, piuttosto che darci da fare per trovarlo veramente?  E’ più comodo sospirare per un amplesso cartaceo che rischiare di ritrovarci invischiate in una storia imbarazzante? 

Leggere è più facile che domandare ma potrebbe aiutarci ad interrogare noi stesse.
Siamo paurose, timide, pigre o tutte e tre le cose?
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giovedì 2 agosto 2012

Riflessioni olimpiche

In questi giorni di full immersion olimpica penso e rifletto (proprio come nei temi scolastici).

Perché non ho fatto più sport nella mia vita? 
L’allenatore di nuoto quando avevo 12 anni aveva detto che potevo diventare una ranista notevole. Invece ho smesso perché la piscina era cara, era lontana, nessuno voleva accompagnarmi, c’erano i compiti da fare…

Cosa scatta nella testa di un ragazzino quando decide di sacrificare gran parte delle sue giornate agli allenamenti, quando accetta di venire sradicato dalla sua famiglia e dalla sua città, quando accetta di vivere secondo regole, ritmi e obiettivi stabiliti da un allenatore? Scatta la motivazione. 
A me non è successo.

Tutti questi atleti, dai primi agli ultimi, hanno la mia più grande ammirazione e rispetto.

Se i risultati non vengono questo non significa che dietro non ci siano stati anni di impegno e rinunce.

Anch’io forse avevo del talento, ma bisogna crederci e fare in modo di trovare chi ci crede ed è disposto ad investire su di te per anni, senza certezza del risultato.
E’ andata così, come per tante altre cose che nella vita che ho lasciato andassero un po’ allo sbando, senza impegnarmi granché .

Così adesso mi ritrovo, per fortuna in buona compagnia, a far parte degli spettatori, delle promesse mancate, dei pigri e anche dei criticoni da divano.

Sì, vedere tutti questi ragazzi così in forma (arcieri a parte…), competitivi e abbronzati mi ha leggermente depressa, ma ormai è normale alla mia età: ogni occasione è buona per fare confronti, per ripensare alle scelte fatte, agli anni sprecati, a chi ha tutta la vita davanti da impostare a piacere e a chi deve restare sugli stessi binari per il tempo che gli resta.

Ma sì,  oggi, mentre alla televisione vedrò frantumarsi record mondiali,  cercherò di superarmi e fare tre quarti d’ora di cyclette invece della solita mezz’ora.
Ognuno ha i suoi record personali da battere…
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