domenica 30 settembre 2012

La foto della domenica - 30/09/2012

Come il miracolo di San Gennaro che si rinnova ogni anno, anche a casa mia oggi si è ripetuto quello in cui mia figlia sistema finalmente la sua camera.



Le foto quindi documentano il prima ed il dopo.


Manca tutta la zona a sinistra che contiene quattro metri di libreria e per la quale non basta una domenica...ma sono fiduciosa.



La foto della domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta

giovedì 27 settembre 2012

I perchè delle bloggers



Ieri stavo facendo un giro tra i vari blog che mi capita di scoprire setacciando la rete.  

I blog sono come le ciliegie, uno tira l’altro. 
Leggi un post che ti piace, guardi i commenti, uno di questi ti attira, segui il link e passano le ore…

Quello che ho notato è che i blog sono seguiti per la maggior parte da gente che a sua volta ha un blog.

Insomma ce la facciamo e ce la diciamo da soli.

O meglio, da sole.   
Perché la maggioranza dei blog in cui sono incappata sono femminili.

Di cosa scriviamo, così logorroiche, così piene di immagini da condividere, di pensieri e desideri?

Mi viene in mente un film che amo molto, da tipica donnetta sentimentale: I ponti di Madison County.

La storia si svolge tra presente e passato, dove i diari scritti dalla protagonista vengono letti dai suoi figli quando si devono occupare del suo funerale. 

Perché la protagonista ha scritto questi diari? 
La sua risposta è: “…si ha paura di non essere conosciuti. Quello che per noi è importante più di ogni altra cosa è di essere conosciuti. Conosciuti per ciò che si è stati durante questa breve vita…”.

I blog sono i diari di oggi.  

Siamo tutte più o meno occupate, moderne, tecnologiche, piene di progetti, autonome ma sotto sotto vogliamo che questo sia tracciato, che ci sia un riconoscimento. 

Perché altrimenti tutto sembra fine a sé stesso.

C’è poco tempo per raccontare a parole le nostre giornate o di più ancora le nostre passioni, le nostre avventure quotidiane.  

Anche il migliore dei mariti o la più intima amica non possono passare le ore ad ascoltarci. 

A loro volta vivono le loro vite ed hanno diritto all’ascolto e, tutti noi abbiamo bisogno anche di silenzio.

Così pubblichiamo. 

Ho cucinato questo. Foto e ricetta. Ho fotografato quello. Ho avuto questa piccola disavventura: ve la racconto. Ho visto questo film. Ho fatto questo viaggio. Mia figlia ha iniziato la scuola. La gatta ha partorito. In ufficio va male. Ho dipinto il salotto. Sono stato all’Ikea.

C’è chi scava più a fondo e condivide modi di vedere, considerazioni filosofiche, resoconti dettagliati sui più svariati argomenti. 

Lasciamo la nostra traccia, cerchiamo conforto e riscontri. 

Ognuna di noi spera che qualcosa di noi resti nel mondo. 

Che soprattutto le persone più importanti per noi prima o poi leggano e imparino a conoscerci meglio. 

Tra le righe spesso c’è più che nelle righe stesse.
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martedì 25 settembre 2012

I sapori dei miei viaggi

Nuova “gustosa” iniziativa di Monica di Viaggi e Baci. 

Si tratta di pubblicare 3 foto che raccontino qualcosa del cibo che abbiamo mangiato in occasione di un viaggio lontano da casa.

In realtà non andrò molto lontano con i miei sapori, solo un po’ verso est…



Inizierò con Padova, dove abita parte della mia famiglia allargata e dove quindi andiamo spesso in visita.

L’appuntamento classico è al Ristorante Cinese Shanghai.  
Lo so, niente piatti veneti, niente polenta, niente bigoli.

In questo posto sono tutti i miei ricordi famigliari, perché i titolari sono amici dei miei suoceri e tutte le ricorrenze si sono festeggiate qui, in queste sale con il pavimento di vetro che fa vedere i pesci che nuotano sotto i tavoli.

Qui ci riuniamo tutti, qui ordiniamo sempre le stesse cose che magari ci scambiamo. 

Il riso alla cantonese, il pollo con gli anacardi, il maiale in agrodolce, gli involtini primavera, il gelato fritto.

Qui tutto si ripete in modo consolatorio. 
I biscottini della fortuna, i regalini che ci fa Arcobaleno, la proprietaria, e gli arrivederci alla prossima volta.



Spostandoci sempre verso est arriviamo a Caorle.
E’ un bel posto, con un’enorme spiaggia sabbiosa ed un centro storico molto pittoresco.
Il lungomare dove ogni anno artisti di tutto il mondo scolpiscono i frangiflutti e il porto canale con i bragozzi e le lance multicolori.

Ma quello che abbiamo amato maggiormente è stato pedalare lungo le stradine della laguna, verso le barene che tanto piacevano ad Ernest Hemingway.

Tra i grandi casoni col tetto di paglia si incontrano pescatori che preparano mitiche grigliate.



Un altro po’ di strada, superiamo il confine ed arriviamo in Croazia, a Rovigno.

Una cittadina gioiello, piena di storia e di bellezza. 
Paesaggi mozzafiato, mare trasparente, vicoletti pittoreschi, molto veneziana.

Qui ovviamente si  mangia tanto pesce, ma non è quello che la contraddistingue nei miei ricordi.

Il pranzo tipico è a base di Raznjici e Cevapcici, che sono spiedini e polpettine di carni miste ai ferri accompagnati da cipolla cruda, paprica e salsa ajvar.   
Si trovano al ristorante ma anche in baracchini lungo la costa, dove li servono accompagnati da un megapanino. 

Per dolce la classica Palacinka, che è una specie di crepe e per finire non può mancare un bicchierino di Perlinkovac, l’amaro locale.

Uhm...mi è venuta una gran fame!
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domenica 23 settembre 2012

La foto della domenica - 23/09/2012

In questo fine settimana si sta svolgendo a Verona il Tocatì, una manifestazione giunta alla sua decima edizione, che per tre giorni invade la città con giochi antichi, musica e danze dimenticate.

Ne avevo già scritto qui, ma ribadire in questo caso è d’obbligo. 

Per il decennale sono arrivate delegazioni da Croazia, Scozia, Spagna, Grecia, Svizzera e Messico.  Colori, costumi, giochi diversi ma simili, divertimento per grandi e bambini.


In piazze e piazzette della città antica, ma anche nei lungadige e nei vicoli, circa 500 volontari illustrano e insegnano i giochi di una volta, coinvolgendo tutti in un’allegra gara e nel mio caso in un utile esercizio della memoria.

Lippa, cerchi, ciclo tappo, scambio di figurine, gioco dell’oca, tiro alla fune, cerbottane e trampoli.
Spericolate discese con le slitte dei montanari e sfide di pelota infuocata. 


Partite di Hand-ba, una specie di rugby scozzese, corse con la cannata (l’anfora delle ciociare), i birilli del Kegeln svizzero, i laboratori delle vecchie filastrocche e tanti banchetti di cibi tipici in ogni angolo.

Con mio marito era tutto un rievocare e rimpiangere i giochi di una volta quando in Piazza Bra un bellissimo raduno di Moto Guzzi d’epoca ha dato la mazzata finale. 


Tra i vari vecchi modelli, decine di Guzzi Falcone, la moto venduta controvoglia tanti anni fa…

La foto della domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta



venerdì 21 settembre 2012

WHP

Cosa significa questa sigla misteriosa?  

Per gli Instagram addicted è chiaro: Weekend Hashtag Project.

Ogni venerdì pomeriggio il blog di Instagram (l’applicazione fotografica per I-Phone e Smartphone di cui ho parlato qui) fornisce un tema per gli scatti del fine settimana.

E’ un’idea che solletica la fantasia di migliaia di appassionati e ovviamente anch’io sono stata contagiata da queste sfide fotografiche.


Ho iniziato un paio di settimane fa, quando il tema era “Building Patterns”.   
Approfittando di una cenetta romantica in centro ho scattato foto dei pavimenti in porfido, dei mattoni e delle pietre che si alternano nei palazzi medioevali, del bugnato a diamante, delle file di sassi inserite in vecchi muri.

Ero molto soddisfatta. 
Mio marito un po’ meno dato che per tutto il tempo guardavo o per terra o verso le pareti, ma, essendo appassionato di fotografia, mi sopportava.

Sono state caricate più di 17.000 foto.  Il team di Instagram sceglie le migliori 9. 

Si sa, era difficile ma io, così come quando gioco al Superenalotto, un po’ ci speravo. 

Invece hanno scelto 8 foto di moduli costruttivi modernissimi: acciaio, vetro, cemento e l’unico modulo antico (che rappresentava un pezzo di muro di una chiesa di Pisa) era molto più brutto dei miei!

La settimana scorsa il tema era “Birds on a wire”.   
Adesso ditemi se con un telefonino è possibile fotografare da vicino gli uccelli sui fili della luce…
Qui c’è gente che bara.   

Scattano foto con la loro brava Canon o Nikon, con tanto di teleobiettivo, e poi la caricano sul cellulare. 
Non può essere altrimenti.   

Ad un certo punto, mentre mi continuavo a lamentare che non è giusto, che è tutto un imbroglio come dappertutto e pontificavo in giro per casa, mia figlia ha preso un cavetto del suo computer, ci ha appiccicato sopra con il Patafix due uccellini di una decorazione pasquale e si è piazzata ad un metro da me dicendo: “ecco qua i tuoi uccelli sul filo!”.

L’ho portata subito in giardino e l’ho fotografata . 
Ho preso ben 13 “mi piace”, ma non ho vinto…

Sto aspettando il tema di oggi. Sono caricatissima. Ormai è una questione di principio.
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martedì 18 settembre 2012

Dirty jobs



L’ultima moda a casa mia per quel che riguarda i canali televisivi è DMAX.
Gira che ti rigira finiamo sempre lì, perché almeno non ci sono telegiornali.

Vogliamo essere disinformati, soprattutto sugli sviluppi della politica interna, mentre siamo interessatissimi a “Come è fatto” , dove restiamo ipnotizzati davanti ai nastri trasportatori robotizzati che creano e imballano pannolini, oppure a enormi macchinari che trasformano tronchi in fiammiferi.

Ma il programma che calamita la nostra attenzione all’ora di cena è “Lavori sporchi” perché evidentemente siamo masochisti oppure cerchiamo un modo alternativo per farci passare l’appetito e restare magri.

Il protagonista, Mike Rowe, è un tipo dall’aspetto piacente, simpatico e alla mano, con una voce profonda che purtroppo il doppiatore copre quasi sempre.

In ogni caso è chiaramente un pervertito oppure lo pagano così tanto che sopporta tutto col sorriso sulle labbra, o tutte e due le cose, il che significherebbe una gran fortuna per lui.

L’ho visto coinvolto nelle situazioni più scabrose. 
Eventi che anche la fantasia più malata faticherebbe ad immaginare.

Rimozione di quintali di guano di piccione dal tetto degli edifici pubblici, svuotamento di cisterne da melme decennali, pulizia di friggitrici e trasporto del maltolto dove raffinano il biodiesel, asportazione di strati di cacca da bagni dove la fossa biologica si è rivoltata e ha sparato indietro tutto il suo contenuto.

Io e mia figlia restiamo sempre con la forchetta a mezz’aria e la faccia schifata, incredule di fronte a tanto lerciume e al fatto che in realtà c’è chi davvero affronta tutti i giorni un lavoro di questo tipo.

Nonostante indossi tute, stivali, maschere e guanti di gomma, alla fine il nostro eroe è sempre ridotto malissimo a causa della sua inesperienza e della crudeltà degli addetti che non vedevano l’ora di rifarsi sul “pivellino” della televisione.

Gli capitano anche molti lavori che pur essendo “sporchi” non sono rivoltanti.
Segherie, officine, raffinerie di petrolio. 
Una volta ha aiutato a rimuovere un enorme alveare che le api avevano costruito tra la parete ed il rivestimento esterno di una villetta.
In quel caso si è sporcato solo di miele e cera. Una giornata fortunata.

Il motto del protagonista è questo: « Mi chiamo Mike Rowe e questo è il mio lavoro. Vado in giro per il paese alla ricerca di persone che non hanno paura di sporcarsi le mani. Uomini e donne il cui duro lavoro permette a tutti noi di vivere in un mondo più civile. Preparatevi a sporcarvi le mani. »

Questa sera, alle 19.35, è prevista la disinfestazione di una casa dalle termiti. 
Evvai, poteva andare peggio: potevano essere scarafaggi!
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