Monica del blog
Viaggi & Baci ci ha dato questo tema in qualche modo
legato alle festività imminenti.
Sacro in senso lato, spiegava. Raccontare dove lo abbiamo percepito maggiormente.
Infatti sarebbe troppo facile piazzare le foto di tre belle
chiese, o moschee o templi di altri culti.
Sarebbe riduttivo.
Io, per esempio, spesso considero le chiese che visito durante i
miei viaggi alla stregua di monumenti e non di luoghi di culto.
Contengono tali e tante opere d’arte ed esse stesse lo
sono, da farmi dimenticare che il loro primo scopo sarebbe quello di
raccogliere i fedeli in preghiera.
Sono spesso invase dai turisti, piene di chioschi
informativi, guide, cartelli e quant’altro.
Per me è come visitare un museo e capita, ahimè, che
dimentichi anche di farmi il segno della croce quando entro ed esco.
Così racconterò di posti dove ho effettivamente sentito la
presenza del “sacro”, un fremito nell’anima ed il bisogno di pregare in
silenzio.
Il cimitero di Arlington in Virginia
Attraversando il fiume Potomac, lasciata Washington D.C.
alle spalle, si arriva in questa enorme area verde dove sono sepolti circa
300.000 veterani di tutte le guerre e dove si trovano i monumenti dei militi
ignoti.
Camminavo in mezzo a queste file interminabili di cippi
bianchi, dove l’unica differenza tra l’uno e l’altro erano una piccola croce o
la stella di David ed il nome.
Quasi
sempre di qualcuno di molto giovane, che aveva tutta la vita davanti.
Pregavo e pensavo “Perché?”.
Una grande emozione di fronte alla tomba di John Kennedy ed
ancora di più vedendo la spoglia croce bianca di Robert
Kennedy in mezzo al prato.
Una visita che ha lasciato il segno.
Fatima è uno di quei luoghi dove la religione va a braccetto
con gli affari.
L’ho visto spesso, tipo a Lourdes del quale
purtroppo non ho trovato le foto…
Ma nonostante tutto, nonostante i souvenir pacchiani, le
infrastrutture orribili, i pullman e la confusione, il sacro è tangibile.
Sono i fedeli a rendere sacri questi posti.
Centinaia di persone avanzano in ginocchio
verso il santuario.
La loro convinzione, le pene che si portano dietro, non
possono non coinvolgere.
Ricordo il caldo opprimente e questa moltitudine che
pregava.
Impossibile restare
indifferenti.
Il santuario di San Romedio in Val di Non
Nel territorio di Coredo, in cima ad un ripido sperone di
roccia, sorge il santuario che è costituito da cinque chiese edificate a partire dall’anno
mille.
Qui, oltre alla bellezza del luogo in sé, sono stata colpita
dalla presenza di decine di ex voto appesi lungo le ripide scalinate che
portano alla tomba del Santo.
Uomini e donne di tutte le epoche hanno dipinto, ricamato o
scolpito qualcosa per ringraziare il Santo per la grazia ricevuta.
Mi sono fermata a leggere piccole storie scritte in un
italiano incerto, racconti di cadute, di ferite, di malattie miracolosamente
guarite.
Disegni naif, qualche stampella, una fede semplice ma
profondamente radicata.
I miracoli esistono? Di fronte a queste manifestazioni, a
questi fatti apparentemente inspiegabili, a questa gratitudine immensa io ci ho
creduto un po’.
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