venerdì 31 maggio 2013

Sul degrado degli spot




Hanno fatto una riedizione di Carosello, la mitica trasmissione composta da belle storielline che reclamizzavano i prodotti della mia infanzia.

Non è più lui e dopo averlo guardato un paio di sere sono tornata su altri lidi, detestando in modo quasi totale Rai Uno.

In ogni caso la pubblicità è presenza ingombrante in ogni canale e trova la sua massima espressione ad orario pasti.

Ecco, tornando al Carosello del passato che comunque andava in onda dopo cena, non ricordo che venissero descritte situazioni particolarmente scabrose o ributtanti.

C’era il confetto Falqui, ma Tino Scotti era un signore talmente a modo che col suo “Basta la parola!” aveva detto tutto ed il messaggio era arrivato comunque forte e chiaro.

Adesso sembra che si faccia a gara nella descrizione delle sintomatologie più schifose ed imbarazzanti.

Parole ed immagini ci descrivono la micosi dell’unghia e le verruche, le perdite urinarie, pezzi di cibo che si incastrano nella dentiera, stitichezza e diarrea, flatulenza, vampe di calore ed irritabilità, odori vari di sudore e puzza di piedi.

Sulle mestruazioni c’è tutta una letteratura che va dal dover arginare come una diga flussi quasi incontenibili, ad antidolorifici tipo morfina per i dolori lancinanti che ci colpiscono e per il cattivissimo umore che ci provocano.

Adesso la nemesi: si parla di problemi maschili.

Se al ristorante la composizione floreale tra voi e la vostra accompagnatrice è troppo voluminosa forse soffrite di disfunzione erettile.
Eh sì… ci voleva la pubblicità per farvelo notare! 

L’ultima l’ho vista l’altro ieri: due fiammiferi sono a letto intenti in preliminari amorosi.
Ad un certo punto “lui” si accende e brucia subito lasciando la fiammiferina avvilita e solitaria nella sua parte del talamo.
Soffri di eiaculazione precoce? 
Succede ad un uomo su cinque! Vai tranquillo, se ne parli ad un andrologo la questione si può risolvere…. 

Lo so, sarebbe buona regola spegnere la televisione mentre si mangia.
Continuo a ripetermelo ed andrà a finire che lo farò.
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mercoledì 29 maggio 2013

QI in crisi

Era un po' che non commentavo qualche succulenta scoperta scientifica e ieri finalmente ho letto una notizia interessante: la nostra intelligenza perde punti ogni anno e rispetto al 1800 siamo già a - 14 %! (Corriere.it).

Dunque è così. 

L'epoca vittoriana, per intenderci quella dove le gambe dei tavoli venivano coperte perchè troppo scandalose, è stata l'apice dell'intelligenza degli umani "occidentali" intesi come europei e nordamericani.

Da allora più di un punto percentuale si è perso in ogni decennio e lo dicono ben tre studi universitari, probabilmente fatti proprio da ricercatori che hanno subito in prima persona questa perdita.

La colpa viene data alle donne intelligenti che non si riproducono, lasciando fare le fattrici a femmine di bassa tacca, evidentemente.
Il contributo all'intelligenza del neonato da parte del maschio non è ritenuto influente.

In quanto donna sarebbe troppo facile fare battute, ma questa teoria è così strampalata che sarebbe come sparare a un cavallo morto.

Invece la mia teoria di donna che si è riprodotta poco, e non perchè particolarmente intelligente ma solo per questioni di opportunità, è diversa.

E' probabilmente vero che l'intelligenza è in calo nella nostra civiltà occidentale, ma io farei partire il vero declino dal secondo dopoguerra e ne troverei motivazioni ben diverse.

Tali e tanti solo stati i progressi tecnologici negli ultimi decenni che, se da una parte hanno fatto emergere l'intelligenza di tutta una serie di inventori e scienziati, dall'altra hanno ridotto le persone "normali"  a meri schiacciatori di pulsanti.

Non serve più darsi da fare per ottenere risultati brillanti: calcolatrici, pc, automatismi vari ci sollevano da ogni sforzo mentale.
E mentre le prime generazioni che hanno fruito di questi prodigi sapevano apprezzarne i vantaggi e ne conoscevano almento il processo di creazione, le nuove usano qualsiasi dispositivo in modo "intuitivo" e non hanno idea di cosa ci sia dietro e soprattutto di come fare se il dispositivo stesso si rompe.

A partire dalle tabelline, passando per un semplice comando DOS, per arrivare a cercare qualcosa in una enciclopedia di carta o a fare una foto in manuale, ci inceppiamo inesorabilmente.
Abbiamo disimparato e ormai nemmeno impariamo più a ragionare per risolvere questioni tecniche, matematiche, pratiche.

Ci affidiamo alle macchine.
La lobby degli intelligenti regala alle masse i mezzi per illudersi di essere geniali e invece le condanna a uno instupidimento generale e inarrestabile.

Sono sempre affascinata da quei film che raccontano di realtà distopiche dove la civiltà riparte da zero e se la cavano solo quelli veramente in gamba.

Non che mi auguri un disastro globale per averne la prova, ma penso che basterebbe un black-out di qualche giorno per stabilire a che punto è sceso il nostro QI.
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lunedì 27 maggio 2013

Il video della settimana - 22/2013 - Vasco Rossi

Questa settimana omaggio a mio marito ed al suo compleanno con questa canzone di Vasco Rossi che lui trova quasi autobiografica...

Io non sono mai stata una grande fan del Blasco ma, ciononostante, adoro diverse sue canzoni, generalmente quelle più romantiche e ultimamente quelle più amare come Un senso.

Invecchiando ha assunto questa aria un po' ironica e disincantata che trovo più nelle mie corde rispetto a quando si drogava, seminava figli in giro e viveva "spericolatamente".

Le sue esternazioni su Facebook, i suoi "clippini", li trovo spesso fuori luogo ed esempio lampante di come invecchiando ci si trasforma in polemici giudici di ogni cosa, permalosi e saccenti.
Ma lo capisco, eccome che lo capisco!

Aggiungo quest'altro video molto amato da mio marito che ha fatto suo il testo, dopo aver subito un intervento a cuore aperto al quale dice di essere sopravvissuto miracolosamente!




domenica 26 maggio 2013

La foto della domenica - 26/05/2013

In questa domenica finalmente soleggiata il primo regalo per il compleanno di mio marito è stata la rottura della tapparella del salotto:


Risolto il problema non mi è rimasto altro da fare che cucinargli una bella torta di riso, la sua preferita!



La foto della domenica è un'iniziativa di Bim Bum Beta

sabato 25 maggio 2013

Il murales della Silvia

Questa storia inizia nel febbraio del 2012 quando il Liceo Messedaglia di Verona indice un concorso interno per la realizzazione di un murales che dovrà decorare una parete della scalinata Sud.

La scuola è stata appena ristrutturata e si trova in un bellissimo palazzo storico di Verona.

Cemento e acciaio forse la rendono un po' fredda ed il Preside decide di promuovere questa iniziativa che ogni anno premierà il bozzetto migliore, in modo da "vestire" le varie pareti delle due scalinate principali.

Mia figlia ha deciso di partecipare poichè per lei disegnare è una valvola di sfogo ed è anche il modo per non deprimersi troppo tra le verifiche di fisica e di matematica che tormentano le sue giornate.

Così i vari bozzetti vengono esposti nell'atrio e messi ai voti: tutti gli studenti (più di 1200) esprimono la propria preferenza...che va al suo disegno intitolato "Merry-go-round of life".

Il risultato viene comunicato alla fine dello scorso anno scolastico, ma i lavori hanno inizio solo nel gennaio di quest'anno.



Così sono iniziati i lunghi pomeriggi passati a scuola, a trasferire prima il disegno su un foglio da 4,5 x  2,3 metri, a dare la cementite su tre pannelli di legno di pioppo, a riportare lo schizzo sul pannello, a dipingere il tutto con i colori acrilici.
Tre validi aiutanti e due professoresse di Storia dell'Arte l'hanno coadiuvata per tutti questi mesi nei quali anch'io sono stata coinvolta come autista, visto che al pomeriggio i trasporti pubblici latitano.

Un lavorone. Anche fisico, dato che i pannelli ogni volta andavano spostati e rimessi capovolti in fondo ad un'aula.

All'inizio di questo mese finalmente è stata data la vernice finale ed il tutto è stato appeso al suo posto.

Stamattina il grande telo blu che copriva il murales è stato tolto dal Preside davanti a tutti gli invitati e mia figlia ha dovuto prendere in mano il microfono e descrivere il suo lavoro, tra imbarazzo e malcelata soddisfazione...

Io sono riuscita a non commuovermi, ma è stata dura!

Da sinistra cellule si trasformano in tre cavalli ed un cavaliere romano.
L'avversario è uno schermidore. Pesci e sole sono separati dall'oceano che diventa il loro stendardo.
Il sole che nasce produce dei libri che dicono "Ognuno è artefice della propria fortuna" in latino,
mentre nel sole centrale i verbi "imparare" ed "immaginare" sono in varie lingue.
A destra violini rappresentano la musica come armonia nell'universo.
Dalla biologia alla storia e alla letteratura, dalla geografia alle lingue,
dalla musica allo sport, ogni materia scolastica è rappresentata.





giovedì 23 maggio 2013

Gli animali dei miei viaggi

E' arrivato il nuovo tema mensile de "I sensi dei miei viaggi" ideato da Monica di Viaggi & Baci !

Ho deciso che mi dedicherò ai cuccioli.
Impossibile concentrare nelle solite 3 foto tutti gli animali incontrati durante i miei viaggi.
Contando anche gli insetti e i pesci, si rischierebbe di creare un bel libro illustrato per bambini, ma non è questa la sede.

Quindi seguo questo filo conduttore che mi fa partire da molto lontano, soprattutto nel tempo.

Sulla strada che va da Bursa a Izmir in Turchia eccomi con un piccolo dromedario, allampanato come me.


Molti anni dopo sto per partire per l'escursione in elicottero sul Grand Canyon del Colorado quando mi imbatto in una cucciolata di dolcissimi meticci.


L'ultima foto mostra anche un cucciolo umano, mia figlia, alle prese con decine di gattini incontrati durante una gita in bicicletta nella laguna di Caorle.


Insomma niente di speciale, solo un po' di teneri incontri che fa sempre piacere ricordare.
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mercoledì 22 maggio 2013

Sempre uguale...


Questo è quello che spesso sento dire da chi non mi vede da tempo.
Dovrei essere contenta. E lo sono infatti.

Ma superato il primo momento di stupida vanità che mi fa vincere l’eterno confronto con mio marito, sistematicamente apostrofato con un lapidario “che vecio che te si deventà”,  resta la consapevolezza che non è vero niente.

Io non sono sempre uguale, né dentro né fuori.

Fuori, superata una prima generica occhiata che mi vede con la stessa pettinatura e la stessa taglia da sempre, emergono tutti i cedimenti strutturali del caso: pelle indipendente dalla muscolatura, segni del cuscino sulla guancia dopo ore dalla sveglia, pericolosa ricrescita bianca e, loro, i famigerati occhiali da presbite.

Perché non ci vedo più da vicino? Questa è una crudeltà insopportabile.   
Sempre avuto 10/10 e all’improvviso, già qualche anno fa ormai, non riuscivo più a distinguere le lettere del libro che stavo leggendo. 
 
E l’ottico sornione che mi dice “ma signora, è normale A UNA CERTA ETA’!”.
Odio.  

Mi servono due paia di occhiali: uno per il computer e un altro per leggere. 
Uno dei due è sempre da qualche altra parte e non lo trovo quando mi serve.  

Sicuramente li dimentico quando esco e così scrivo sms e tweet incomprensibili o anche imbarazzanti.

Ogni volta che mia figlia deve farmi vedere qualcosa mi tocca dirle di aspettare CHE DEVO METTERMI GLI OCCHIALI… un’interruzione inopportuna di qualsiasi faccenda che mi accinga a compiere.  

E tenerli addosso non si può, pena l’arrivo della miopia, così è tutto un metti e togli, e sono sempre pieni di impronte, e poi mi ci sono seduta sopra e una volta il tagliere di legno d’olivo è precipitato sulle stanghette e adesso gli occhiali per il pc sono anche tutti svergoli…

Ma vogliamo parlare del “dentro”?   
Qui i cambiamenti sono epocali e praticamente tutti in negativo.

Tutte quelle caratteristiche che sembrano positive: consapevolezza, disincanto, saggezza, pazienza, serenità, prudenza … che ti trasformano in un palloso essere degno di star seduto sulla veranda di una casa di riposo col plaid sulle gambe, io le ho acquisite.

Mi sforzo di essere audace ed incosciente, ma proprio non ci riesco e mi dispiace così tanto!

Una parte di me ha forse gli stessi slanci di una volta, ma subito subentra la vecchietta che mi taglia le gambe e smorza tutti gli entusiasmi: a Gardaland vuoi salire sulle tazze? Ma ti sembra opportuno? Vuoi comprarti la maglietta con le scritte? Ma per favore! Il Big Mac con le patatine? Domani lo starai ancora digerendo…   

Una vecchia brontolona, ecco cosa sono, con gli occhialetti sulla punta del naso… però ancora con una bella linea, dai!
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lunedì 20 maggio 2013

Il video della settimana - 21/2013 - Sognando Beckham

Oggi un video che, per associazione di idee, ben si addice a tre avvenimenti che sono praticamente coincisi con questo fine settimana: la risalita in serie A del Verona Hellas dopo 11 anni, l'annuncio da parte di David Beckham del suo ritiro dal calcio, il ritorno di mia figlia dal suo viaggetto a Londra.

"Sognando Beckham" è un delizioso film del 2002 che riguardo sempre con piacere.

La colonna sonora è un misto di musica hindi e pop inglese, molto orecchiabile e allegra, che fa venir voglia di improvvisarsi ballerini "bollywoodiani" un po' tarantolati.

Nella fattispecie "Hot hot hot" è cantata da Bina Minsty, una cantante dj indiana che vive a Londra.

La storia che racconta questo film è molto carina e in qualche maniera anomala.
Le protagoniste sono due ragazze, una di origini indiane (Parminder Nagra - vista poi in ER) e una inglese (Keira Knightley - già bravissima e bellissima) con la passione per il calcio e per il bel Beckham.

Ovviamente la famiglia indiana osteggia le inclinazioni della figlia ed in un certo senso anche la famiglia inglese si comporta allo stesso modo, preferendo per la figlia attività più femminili.

Ci si mette di mezzo l'aitante allenatore (Jonathan Rhys-Meyers), tutto il parentado, le tradizioni indiane, bugie e gelosie, malintesi ed il gioco è fatto.
Ci si diverte per 90 minuti e si desidera perfino imparare a tirare qualche punizione come Dio comanda.

Londra si vede poco, o meglio, si vedono i quartieri periferici con le belle villettine di legno con il giardinetto sul retro, i parchi, alcuni luoghi tipici frequentati dalla comunità indiana e di sfuggita il centro città.

Il film finisce con le due coppie di genitori che all'aeroporto salutano le figlie in partenza per l'America dove giocheranno nel campionato universitario, tutti commossi e trepidanti.
Proprio come me e mio marito ieri sera al Marco Polo di Venezia quando aspettavamo davanti alla porta degli arrivi internazionali.
Siamo stati separati ben 5 giorni...vuoi mettere?



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mercoledì 15 maggio 2013

Before midnight



Solo gli inguaribili romantici, cinefili, sognatori come me possono capire cosa è insito in questo titolo.

Oggi ho scoperto con colpevole ritardo che è uscito il terzo capitolo della storia di Jesse e Celine, i protagonisti di Before Sunrise e Before Sunset.

Che bello quando basta così poco per rallegrare una giornata!

Già mi pregusto i meravigliosi dialoghi che caratterizzano il rapporto tra i due protagonisti. 

Lei, una parigina stronzetta e contraddittoria e lui, un americano disperatamente romantico e cerebrale.


Si erano incontrati 18 anni fa sul treno per Vienna, dove l’indomani lui avrebbe preso l’aereo verso casa e lei, dopo un breve scambio di battute, aveva deciso di scendere e fargli compagnia per continuare a chiacchierare e conoscersi meglio.

Un pomeriggio, una notte e la famosa alba tra confidenze, sogni, considerazioni filosofiche e problemi pratici, il rimpianto continuo di non avere più tempo per stare insieme e quell’urgenza di amarsi per la prima e forse ultima volta.

Una storia che fa rimpiangere di brutto la giovinezza, l’incoscienza, i grandi ideali, i colpi di fulmine e perfino le lacrime sulla banchina di una stazione infarcite di promesse che sarà difficile mantenere.

Sono passati 9 anni e Jesse è diventato uno scrittore. 
Ha avuto successo proprio raccontando di quella notte a Vienna di tanti anni prima.

E’ a Parigi, ultima tappa del suo tour promozionale, e nella libreria dove sta finendo la sua conferenza appare Celine.
E così scopriremo che lui ha scritto il libro unicamente per riuscire in qualche modo a ritrovarla, dato che sapeva solo il suo nome e nient’altro di lei.


Passeranno la giornata insieme parlando, battibeccando, facendo a poco a poco cadere la maschera che ognuno dei due indossava per fare “il distaccato” e scopriremo che, pur avendo avuto altre storie – Jesse addirittura sposato con un figlio – non hanno mai ritrovato con nessun altro quel sentimento che gli aveva uniti in quelle poche ore trascorse a Vienna.

Lui continuerà a rimandare la partenza verso l’aeroporto fino ad andare a casa di Celine per vedere almeno dove vive e rubare ancora pochi minuti per stare con lei.
E lei, sollecitata da lui, gli farà ascoltare una canzone che aveva scritto tanti anni prima, che si rivela essere dedicata proprio alla loro storia.

 
Il film finiva lasciandoci ancora una volta in sospeso  sulle decisioni dei protagonisti anche se lo sguardo adorante di lui faceva ben sperare…


E infatti ho scoperto che il terzo film li vede sposati, con due bambine, e in vacanza in Grecia. 

Cosa accadrà prima di mezzanotte?
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lunedì 13 maggio 2013

Il video della settimana - 20/2013


Ecco il mio personale omaggio alla festa della mamma, ovvero il video della canzone che faceva da sigla alla serie “Una mamma per amica”: When you lead cantata da Carole King.

Sette stagioni dal 2000 al 2007 che io ho visto e rivisto, ogni volta con grande divertimento.

Ho adorato questa serie, la sua ambientazione, i personaggi di contorno, le canzoni, i vestiti e le migliaia di battute sparate a raffica dalla mitica Lorelay Gilmore, la mamma in questione.

Una donna che o la ami o la odi.
Logorroica e impulsiva, divertente e testona, caffeina dipendente ma così indipendente e romantica allo stesso tempo. 

In lei mi sono talvolta riconosciuta per la completa incompatibilità con sua madre e per la complicità “sorellesca” con sua figlia.

Certo, se fossi stata io al suo posto, mi sarei messa con Luke alla terza puntata e tutto sarebbe finito lì. 

Invece Lorelay l’ha fatto penare per anni e ci ha lasciato col dubbio che la storia potesse finalmente decollare solo sui titoli di coda dell’ultima puntata.

Ma vabbè.
Mi piaceva la confidenza che aveva con sua figlia Rory. 
Il fatto che spesso le cucisse i vestiti.
Che facessero le loro seratine a base di cibo spazzatura e film assurdi.

Che si consolassero a vicenda quando una storia d’amore finiva male. 

Ho invidiato i loro meravigliosi occhi azzurri ed i loro denti perfetti.

Non mi sono mai rassegnata al fatto che abbiano rinunciato a girare l’ottava serie…

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domenica 12 maggio 2013

La foto della domenica - 12/05/2013


Adesso pare che stia per scatenarsi l'inferno, ma stamattina la giornata sembrava perfetta.




Sole, cielo con qualche nuvola bianchissima in lontananza e brezza leggera.




Ne abbiamo approfittato (perchè ormai bisogna fare così con questa stagione pazza) e siamo andati a fare un bel giro in bicicletta.














Al ritorno qualcuno mi ha pure festeggiata!













La foto della domenica è un'idea di Bim Bum Beta

giovedì 9 maggio 2013

Invidia



E’ questo il vizio capitale che striscia nel mio animo da un po’ di tempo.  

E’ come un tarlo che erode il mio spirito e spegne ogni entusiasmo.   
Viene spesso accompagnato dalla rabbia e dal senso di colpa dando come risultato delle giornate pessime, dove l’unica prospettiva alettante è dormire. Per non pensare.

Tante sono le cause scatenanti e praticamente nessuna la soluzione.

Il tempo passa. 

Non si possono più fare molte cose: ce lo impediscono problemi di opportunità, di tempo, denaro, fisico ormai inadatto, rischio del ridicolo e chi più ne ha più ne metta.

Mi capita spesso di andare al Liceo di mia figlia, dato che deve fermarsi alcuni pomeriggi e a quell’ora non esistono autobus che la riportino a casa.

Mi ritrovo a camminare per i lunghi corridoi col desiderio di prendere la rincorsa e fare quelle belle scivolate a braccia aperte oppure guardo i ragazzi salire sui loro scooter e mi ricordo com’era andare in due sul Ciao saltando sulle buche col vento nei capelli.

Ieri ero al consiglio di classe ed ascoltavo il rappresentante degli studenti lamentarsi del fatto che in questo periodo le verifiche si accavallano con le ultime interrogazioni, che sono stanchi, che vorrebbero un po’ di indulgenza da parte dei professori… e dentro di me pensavo, un po’ acida: “ che bello avere questi problemi!” .

Tra una settimana mia figlia ed i suoi fratelli faranno una breve vacanza a Londra. Loro da soli.

E io sono invidiosa.  
Da una parte sono contenta perché sarà una bella esperienza da fare insieme e la ricorderanno per tutta la vita, ma dall’altra vorrei essere lì. 
 
Non lì come madre/matrigna ma come una di loro, giovane, che vede Londra per la prima volta.

Ripenso ai mesi che ho trascorso a Londra quando avevo vent’anni e mi rivedo in King’s Road, circondata dai punk, con la mia maglietta di Sid Vicious e le spille di sicurezza come orecchini.

Adesso passeggerei per quelle strade cercando atmosfere e luoghi che non ci sono più e sarebbe ancora peggio che stare qui a rosicare.

Riesco ad essere abbastanza lucida da capire che posso ancora fare molte cose e divertirmi in molti modi e mi ripeto che adesso è il turno dei nostri figli, che è la vita.

Ma ho il rimpianto di non aver sfruttato abbastanza il periodo d’oro.   
Troppo per bene, troppo riservata, troppo parsimoniosa.   

Neanche quando potevo ho fatto le “scivolarole” in corridoio!
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