In questi giorni mi è capitato di leggere da più parti lamentele di mamme che pur non sentendo minimamente il richiamo di Halloween sono costrette loro malgrado a preparare dolcetti e scherzetti, addobbare casa con fantasmi e scheletri e accompagnare i propri figli in giro a suonare i campanelli.
Così ripensavo a tutti i buoni propositi che si fanno quando
non si è genitori e si vedono parenti, amici e conoscenti assecondare ogni
richiesta dei figli, e ci si giura che mai e poi mai si cederà a compromessi.
Io ho gettato la spugna già prima che nascesse mia figlia
dato che i suoi fratelli erano da noi ogni fine settimana alternato e non c’era
una volta che non ci fosse qualche compleanno, recita o festa pagana alla quale
accompagnarli.
E’ un meccanismo perverso che ti fa sentire in colpa in
anticipo.
Se non li accompagni fanno il muso, se non li vesti ad hoc
idem.
E così ci si trasforma come minimo in chauffeur che guidano
avanti e indietro tra città e provincia alla ricerca di palloncini appesi ad un
cancello che indichino dove fermarsi e come massimo anche in stilisti che
tagliano e cuciono costumi adatti alla ricorrenza, come me.
Con le femmine bisogna anche essere parrucchiere e
truccatrici.
Non si può arrivare con le mani in mano per cui c’è anche da
cercare un regalino o almeno mettersi d’accordo con altre mamme per dividere la
spesa.
Indovina chi era incaricata sempre, dato che “tu hai tempo,
non lavori”?!?!?
Tirarsene fuori è impossibile.
Già all’asilo iniziano le feste di compleanno
con inviti a tutta la classe ed è un effetto a valanga dove si salvano solo
quelli che compiono gli anni in estate.
Ma ho visto mamme rimandare la festa di un mese o due per
recuperare, dicendo che il figlio altrimenti si sentiva diverso.
Bisogna preparare gli inviti, pensare al buffet, alle
decorazioni, al regalino per gli invitati, ai giochi da fare… Se è carnevale anche al costume.
Spesso la casa non è grande a sufficienza e allora si cerca
di affittare un locale della parrocchia o del centro sportivo, che poi bisogna
pulire.
Io ho organizzato feste fino al nono compleanno di mia
figlia, quando ho avuto la brillante idea di prenotare una minivacanza a
Parigi.
E come si dice: “passata la festa….”
Poi c’è stato un miglioramento.
Le feste erano più selettive
e i figli più autonomi.
Polli arrosto e patatine o grandi insalate di riso, dvd e
giochi di società.
Adesso intravvediamo la luce in fondo al tunnel.
Resta l’annosa questione del portare e andare a riprendere.
Dove il portare è sempre almeno a 20 chilometri da casa e
andare a riprendere è sempre quando si starebbe già dormendo da un pezzo.
E quando ci sarà
qualcun altro che verrà a prenderla e a riaccompagnarla?
A quel punto l’ansia sarà tale che non riusciremo a dormire
comunque…
Insomma, non se ne viene fuori.
E sinceramente anche venirne fuori non è così allettante…
quasi quasi io ricomincerei con qualche nipotino!
.
.
.