giovedì 4 settembre 2014

Non è bello ciò che è bello ...


Il quotidiano online di Repubblica tra ieri e oggi mi fornisce lo spunto per parlare ancora una volta di fotografia.

La prima segnalazione è quella della pubblicazione di un libro da parte di una casa editrice olandese dal titolo "In almost every picture 13".

Costa 25 euro e racchiude una raccolta di scatti dai primi del 900 ad oggi dove è presente il più classico degli errori fotografici: il dito del fotografo nell'inquadratura.

La seconda segnalazione riguarda il progetto chiamato "Nude portraits" di un fotografo dell'Utah che si presenta a chi vuole farsi ritrarre da lui completamente nudo per fissare con la fotocamera la reazione del soggetto.

Allora, uno e uno due: ce n'era proprio bisogno?
Repubblica doveva proprio dar risalto a tanta pochezza?
Non ci sono abbastanza foto e progetti fotografici scadenti in giro?

Ieri la reazione alle foto "col dito" è stata immediata.
Un gruppo di fotografi di mia conoscenza ha subito creato il gruppo su Facebook  #FingerPics - io ci metto il dito (sulla foto) , con chiaro intento ironico e una leggera vena polemica.

Oggi la notizia del fotografo nudo salito agli onori della cronaca è stata come la ciliegina sulla torta.

É veramente sconsolante per i veri appassionati di fotografia e soprattutto per i fotografi "bravi" vedere tutta questa merda in giro.
Scusate il francesismo, ma non c'è descrizione migliore.

Non si salvano neppure quelli che erano degli ottimi fotografi.
Anzi, alcuni cavalcano quest'onda della foto "diversa" e dimenticano bellamente tutte le regole di esposizione, inquadratura, contrasto e messa a fuoco.

É di qualche mese fa la notizia di una serie di scatti del famoso Chuck Close ad attori del cinema ritratti al loro peggio, con espressioni vacue, obbiettivo troppo vicino che distorce tutto il viso, luce sbagliata.

E tutti a sperticarsi in complimenti, ma che bellezza, ma che intensità, ma che maestro!

Nessuno che ha il coraggio di dire la verità: hai sprecato delle favolose pellicole Polaroid 20x24 per fare dei ritratti di merda.

Se io fossi Scarlet Johansson (magari!) gli avrei sputato in un occhio!

Si è perso il gusto del bello, e non solo nella fotografia.
Ok a non essere troppo figurativi, realistici, leccati e banali, ma un minimo di tecnica, almeno tecnica di base dico, ci vorrebbe ancora.

No, sono io che sbaglio, sicuramente, ma non posso stare sempre zitta.
Ho trascorso troppe ore in camera oscura, ho visitato troppe mostre di veri maestri, ho letto troppo di foto per accettare supinamente ogni cazzata modaiola.

Dai, adesso mi sento già un po' meglio!
.
.
.

3 commenti:

  1. Ah ecco svelato l'arcano di questi "diti" nelle vostre foto! Ti capisco bene però, da vera "cacca" che non sa assolutamente niente di fotografia, posso dire che secondo me le foto di Chuck Close hanno un significato?
    Io ad esempio molte volte lascio volutamente a vista quelli che, agli occhi degli altri, potrebbero essere dei difetti nel legno che recupero... ma lo faccio perchè per me ha un senso ed un significato. Magari la mancanza di tecnica in quelle foto ha lo stesso senso?
    Ecco adesso puoi sputare su di me liberamente... ma non mi odiare!
    Per il resto e per il troppo rumore delle ca**ate modaiole ti do pienamente ragione!

    RispondiElimina
  2. Se avessero chiamato me , avrei spiegato benissimo la teoria del dito sull'inquadratura....
    E' la mia specialità!
    Bacionissimi a tutti voi!

    RispondiElimina