mercoledì 11 marzo 2015

#unviaggiovintage 3 - Una crociera inaspettata


L'itinerario della crociera
Terzo e ultimo (prometto) post sui miei viaggi vintage.

Monica del blog Alla ricerca di Shambala ha veramente colpito nel segno con questo sua magnifica idea!

Come avevo accennato nel primo post della serie (#unviaggiovintage – 70giorni/10.000 chilometri) io ed i miei genitori eravamo già stati in Turchia tre anni prima.



Ci eravamo arrivati con le classiche tappe: Verona-Zagabria-Belgrado-Sofia-Edirne-Istanbul.

Eravamo poi passati nella parte orientale visitando Bursa, Pamukkale, Efeso.

Ci trovavamo a Kusadasi da qualche giorno per “fare un po’ di mare”.
Infatti io ero una bambina linfatica e il dottore diceva sempre che lo iodio mi avrebbe fatto bene.

Così ogni tanto i miei si sacrificavano (hanno sempre odiato la vita da spiaggia) e ci fermavamo strettamente per motivi di salute…

Questo aveva fatto sì che in campeggio conoscessimo una famiglia di milanesi, i Rampoldi (cioè, dopo 40 anni mi ricordo ancora il nome!) che ci coinvolsero in un’avventura mai più ripetuta e rimasta indelebile nella mia memoria: tornare in Italia su una nave da crociera!


Avevano scoperto che nel giro di qualche giorno avrebbe fatto sosta a Kusadasi l’Odysseus, una nave cipriota che da lì avrebbe proseguito per Rodi, Mykonos, Delos, Atene e attraverso il canale di Corinto sarebbe poi arrivata nello Jonio e poi su per l’Adriatico fino ad Ancona dove saremmo sbarcati.

C’erano alcune questioni da risolvere: la possibilità di caricare auto e soprattutto roulotte, capire se c’erano delle cabine disponibili, il prezzo.


I dettagli non li ricordo bene, ma so che i Rampoldi prestarono a mio padre 50.000 lire dato che eravamo veramente al limite col budget e mia madre andò via di testa perché in crociera sono tutti eleganti e noi avevamo solo vestiti da campeggio.

Si comprò un paio di sandali dorati e uno scialle, ma non era per niente contenta …

Assistemmo con grande trepidazione al carico delle roulotte tramite corde e argani sulla prua della nave, mentre le auto trovarono posto nella stiva.


Quasi tutti i passeggeri erano tedeschi e il nostro imbarco costituì sicuramente un fuori programma molto gradito, tanto che alla fine, issate faticosamente le roulotte, partì un applauso da tutto il pubblico.

Vedere le foto di quella nave adesso, che siamo abituati a certi mostri della Costa o della Royal Carribean, fa veramente tenerezza.

Ma a me sembrava bellissima.

Aveva anche la piscina e la palestra.
C’erano due sale ristorante ed i camerieri in giacca e guanti bianchi.



Io ero la più giovane passeggera e una sera fummo invitati al tavolo del Capitano e ad un certo punto si spensero le luci ed entrarono tutti i camerieri in fila portando dei dolci fiammeggianti.
Una cosa mitica!

Dopo la prima notte di viaggio mi svegliai presto e dall’oblò a fianco la mia cuccetta vidi il porto di Rodi, con i mulini a vento.






Ci diedero il cestino da viaggio e per tutto il giorno visitammo l’isola. Lindos e la valle delle farfalle, fino alle spiagge meravigliose dove ci fu anche il tempo per fare un bagno.





Col cestino del pranzo al sacco...


Si battevano le mani per far volare le farfalle



Poi si riprese la navigazione e, credo il giorno successivo, visitammo Mykonos e Delos.






Arrivammo ad Atene di sera ma noi non sbarcammo, perché l’avevamo già visitata e per 4 ore non valeva la pena.

La piscina della nave
Crocieristi anni '70

Quello che ricordo bene è stato il passaggio per il canale di Corinto, in piena notte, con la nave che andava pianissimo e le pareti rocciose vicinissime al parapetto tanto che sembrava di poterle toccare.

Poi ci fu un giorno intero di navigazione e iniziò il dramma: attraversamento del canale d’Otranto con una tremenda burrasca.
Tutti stavano male. Non solo i miei genitori ma proprio tutti. Equipaggio compreso.
Ci trovammo a cena io, un vecchiotto di Roma e un cameriere dal colorito verdastro.

Ricordo che percorrevo i corridoi sballottata a destra e sinistra e facevo la spola tra la nostra cabina e il ponte dove c’erano le roulotte per controllare che non finissero in mare.

In qualche modo arrivò anche il mattino e la calma.

Verso il pomeriggio arrivammo ad Ancona e così noi e i Rampoldi ci salutammo.

So che la prima cosa che fece mio padre il giorno dopo fu mandargli le 50.000 lire.

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3 commenti:

  1. Una sceneggiatura da film Annalisa mia, bellissimo ricordo e le foto autentiche sono proprio una ciliegina sulla torta..
    anche questa volta ci hai fatto sognare realisticamente!
    Bacissimo a tutti, Tabù compreso!.

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  2. Certo che quante ne estrai tu dal cilindro magico del passato...come nessuna mai :-) Ma ci pensi se i Rampoldi leggono questo post in rete? carramba ti farebbe un baffo. E poi la nave cipriota, le roulottine issate sul ponte, la foto greca col cestino (di pari dignità di quella coi calzettoni dell'altra volta), e quel b/n dei crocieristi anni '70 che mi ha fatto subito tornare alla mente tipo flash tantissimi ricordi. Perchè i miei adoravano le crociere e nonostante il mio evidente mal di mare appena salivo su, me ne hanno fatto fare tre (loro molte di più). E chi se le dimentica quelle foto di mio padre sulle Costa negli anni '70 coi basettoni e mia madre col boa di struzzo rosa? poi hanno iniziato a portare anche me, nonostante non mi piacesse proprio il genere.
    Ari-grazie per questa tua ennesima pennellata vintage e per l'entusiamo con cui hai partecipato all'iniziativa. Sei un tesoro!!!

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    1. Esatto: il boa di struzzo andava molto. Era tutto uno sfoggio di pigiama-palazzo, strass, cotonature.... mia madre era sempre col muso lungo e ha rinfacciato la sua presunta brutta figura a mio padre per un pezzo!

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